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Grecia: ancora incertezza e timori con gli occhi su Brussels

Salgono debiti con fisco e si prepara piano emergenza benzina

22 giugno, 19:04

(ANSAmed) - ATENE, 22 GIU - L'atteso giorno dei cruciali Eurogroup ed Eurosummit a Brussels è stato per i greci un'altra giornata all'insegna dell'incertezza e del timore che il governo di Atene non possa raggiungere nemmeno in extremis un accordo con i suoi creditori e che la Grecia sia spinta fuori dall'Ue e dall'euro. Frattanto, nonostante proprio mentre in queste ultime ore si siano intensificati i contatti fra la Grecia e le istituzioni, il rischio di una Grexit, l'uscita del Paese dall'eurozona, non sembra allontanarsi e qualora questa drammatica prospettiva dovesse divenire realtà, il governo di Atene ha approntato un piano nazionale per garantire l'approvvigionamento di carburanti e combustibili in caso di emergenza. Il piano prevede l'utilizzo immediato di scorte per la durata di tre mesi appositamente immagazzinate per le emergenze e, in una seconda fase, l'immissione sul mercato di quantità di carburante garantite da contratti già firmati dalla compagnia Hellenic Petroleum per supplire alle necessità del Paese per altri tre mesi.

Ma è emergenza anche sul fronte delle casse dell'erario dalle quali mancano, secondo l'ultimo rapporto del Segretariato generale delle Entrate Pubbliche, 77 miliardi e 87 milioni di euro in debiti fiscali scaduti, dei quali 5 miliardi e 234 milioni solo dall'inizio dell'anno.

Emblematici della diffusa inquietudine del Paese, stamani i titoli sulle prime pagine dei principali quotidiani ondeggiavano dal catastrofico al pessimista: "Sarà povertà con o senza l'accordo", ha sentenziato Dimokratia mentre per Eleftheros Typos sono "Ore drammatiche: accordo doloroso o bancarotta". Più equilibrati Estia ("L'interesse nazionale richiede un'intesa") e Naftemporiki "Giorno di scelte per il governo e i suoi partners"). Mentre i bancomat sono stati riforniti di contanti e la gente ha ripreso a mettersi ordinatamente in fila per prelevare contante, alcuni esponenti di governo hanno continuato a inviare all'opinione pubblica segnali contrastanti che non fanno altro, qualora ce ne fosse bisogno, che aumentare la confusione dei greci.

Proprio nelle ore in cui il premier Alexis Tsipras era impegnato nei primi incontri a Brussels, il ministro della Difesa greco e leader del partito Greci Indipendenti (Anel), Panos Kammenos, ha pensato bene di sparare una bordata contro i colloqui in corso e si è detto contrario all'abolizione delle aliquote Iva scontate sulle isole, uno fra i punti salienti nelle trattative con i creditori. Il ministro ha osservato che potrebbe accettare l'adozione di alternative equivalenti, come l'aumento della tassa sui generi di lusso, ed ha concluso affermando che, in caso contrario, i suoi deputati voteranno contro eventuali modifiche alla normativa fiscale delle isole.

Non da meno nel "remare contro" è stato il vice ministro della Previdenza sociale Dimitris Stratoulis il quale ha detto senza mezzi termini che "resteremo fedeli alle nostre dichiarazioni programmatiche e il governo non farà un passo indietro rispetto alle linee rosse tracciate". Come a dire che tutto quello che - a fatica - sinora è stato concordato con i creditori è stato uno scherzo. Stratoulis ha inoltre espresso dubbi sulla possibilità che Atene ed i suoi creditori raggiungano un'intesa sottolineando che "o l'accordo sarà compatibile con le dichiarazioni politiche fatte dal governo o non ci sarà alcun accordo". Di segno in apparenza opposto le dichiarazioni del ministro del Lavoro Panos Skourletis secondo cui alla fine "il buon senso prevarrà" e il governo di Atene e i suoi creditori raggiungeranno un accordo. E ha concluso assicurando che "non ci saranno altri tagli alle pensioni principali né a quelle integrative". Promessa alla quale ormai sono rimasti davvero in pochi a credere. (ANSAmed).

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