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Razzismo: allarme Strasburgo, fenomeno cresce ancora

Presidente Ecri, temo che situazione peggiori quest'anno

26 maggio, 17:21

(ANSAmed) - STRASBURGO, 26 MAG - Il 2015 ha visto crescere ancora in tutta Europa l'odio, la discriminazione e il razzismo verso chi è percepito come diverso perché originario di un altro Paese, professa una determinata religione o appartiene a una minoranza. Lo evidenzia l'Ecri, l'organismo di monitoraggio contro il razzismo e la discriminazione del Consiglio d'Europa, nel rapporto annuale reso noto oggi. "Temo che la situazione potrebbe peggiorare ulteriormente nel corso del 2016", avverte il presidente dell'Ecri, Christian Ahlund.

Secondo l'Ecri, tra i fattori che hanno alimentato il sentimento di ostilità verso chi è diverso ci sono gli attacchi terroristi a Parigi e Copenhagen a cui si è aggiunto quest'anno quello a Bruxelles, l'arrivo dei rifugiati, le risposte date dai governi e dalle autorità locali a questo afflusso e le misure d'austerità. Nel rapporto l'Ecri si sofferma in modo particolare su alcuni aspetti, tra cui le dichiarazioni fatte da alcuni leader politici e le misure messe in atto da certi governi rispetto ai flussi di rifugiati e migranti. Pur non facendo nomi, l'organismo del Consiglio d'Europa critica i leader che hanno dichiarato che accoglieranno solo i cristiani e i governi che hanno introdotto controlli alle frontiere, costruito recinzioni, reso reato aiutare i migranti in posizione irregolare, tagliato gli aiuti per i richiedenti asilo o imposto condizioni più stringenti per la riunificazione familiare. Tutto ciò, secondo gli osservatori di Strasburgo, non ha fatto che far aumentare l'ostilità verso i migranti e i musulmani. L'organismo sottolinea che questa ostilità sta contribuendo anche a far aumentare il numero di attacchi ai centri di ricezione e che in Germania le forze dell'ordine hanno osservato che a perpetrare gli attacchi non sono più soprattutto membri di organizzazioni di estrema destra ma cittadini senza alcuna specifica affiliazione politica. L'Ecri evidenzia infine che le comunità più esposte a discorsi e atti d'odio sono quelle musulmane ed ebraiche, e che coloro che decidono di aderire in modo rigoroso ai dettami religiosi, per esempio indossando determinati abiti, sono ancora più a rischio. Tra gli esempi portati dall'Ecri ci sono gli attacchi sulle donne musulmane che indossano il velo. Mentre, scrive l'organismo, una situazione reputata molto pericolosa sta inducendo alcuni leader della comunità ebrea a consigliare di non indossare la kippa.

(ANSAmed).

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