"Priorità della Commissione è assicurare la piena attuazione" dell'intesa Ue-Turchia, ha spiegato. "Ci aspettiamo sia la stessa cosa da parte del nostro partner. La tempistica finale dell'abolizione dipenderà sia da quando la Turchia ultimerà il lavoro, sia da quando i co-legislatori prenderanno la decisione finale".
Nell'intervista Cavusoglu sottolinea come la convenzione sui rifugiati funzioni "perché la Turchia ha intrapreso misure serissime". Ma tutto questo, ammonisce, avviene ad una condizione, che secondo il ministro degli Esteri turco è già esplicitamente prevista dall'accordo tra Bruxelles ed Ankara con cui la Turchia si impegnava a trattenere i rifugiati nel suo territorio, previo il versamento di un sostanzioso contributo dall'Europa: "Dipende dall'esenzione dei visti per i nostri cittadini". Tra i Paesi meno inclini all'esenzione del visto per i turchi che intendano entrare in Europa c'è la Germania, dove i turchi sono circa tre milioni. Proprio in questi giorni nel Paese ferve un dibattito, alimentato dalla Csu bavarese sull'onda emotiva degli attentati di Monaco e Ansbach, sull'opportunità che Berlino ponga fine alla possibilità per i turchi di avere la doppia cittadinanza.
Il ministro Cavusoglu dice alla FAZ che la sua "non è una minaccia". Tuttavia sa perfettamente di avere in qualche modo il coltello dalla parte del manico, soprattutto nei confronti di una Germania che ha accolto oltre un milione di persone dai Paesi in guerra e che è scossa dal fatto che due sanguinosi attentati nel suo territorio rivendicati dall'Isis siano stati perpetrati proprio da rifugiati. Per questo il capo della diplomazia turca puntualizza: "Se non si arriva alla liberalizzazione dei visti dovremo ricusare l'accordo sui rifugiati", e dice di aspettarsi "un termine fisso", a partire dal quale i turchi non avranno più bisogno del visto per entrare in Ue: "Può essere inizio o metà ottobre, ma ci aspettiamo una data fissa", conclude. (ANSAmed).