Alla fine attualmente prevista dello stato d'emergenza, a gennaio, se ne potrà tornare a parlare.
Il primo giorno della visita di Gentiloni in Turchia, la prima dopo il golpe, si conclude con il faccia a faccia con Erdogan, focalizzato sui migranti ma anche sui rapporti bilaterali, con un forte accento sulle relazione economiche.
"Siamo orgogliosi di essere il quarto partner commerciale della Turchia, il secondo nell'Ue. Qui ci sono 1.300 aziende a capitale italiano, e non solo grandi marchi come Astaldi e Unicredit, ma anche tante piccole e medie imprese che danno lavoro a decine di migliaia di persone", ricorda Gentiloni dopo l'incontro con l'omologo turco, Mevlut Cavusoglu. Che, dal canto suo, ringrazia Roma per l'appoggio immediato dopo il putsch e ricorda i 17,5 miliardi di interscambio commerciale, frutto anche delle grandi opere come "l'autostrada Istanbul-Smirne e i ponti".
Dalla Siria alla Libia, la visita di Gentiloni sottolinea la collaborazione strategica con la Turchia nella lotta all'Isis.
L'attenzione è anche per il capitolo spinoso dell'Iraq, dove, ricorda il ministro, "è interesse di tutti collaborare nella lotta a Daesh, ma non lo si può fare contro il governo di Baghdad", che nelle scorse ore è tornato a denunciare come una violazione della sua sovranità la presenza delle truppe turche nella base di Bashiqa, 30 km a nord-est di Mosul. Proprio dove in queste settimane la Coalizione si prepara a lanciare un'offensiva chiave contro il Califfato. (ANSAmed).