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Gentiloni da Erdogan, dopo golpe si torni a dialogo con Ue

'Accordo sui migranti sia esempio, sui visti serve via di mezzo'

07 ottobre, 10:03

(di Cristoforo Spinella) (ANSAmed) - ANKARA, 7 OTT - "Alla Turchia abbiamo espresso piena solidarietà, ma anche l'auspicio che la situazione eccezionale dopo il golpe finisca al più presto e si torni a un dialogo con tutte le componenti parlamentari". Dopo un'ora di colloquio con il presidente Recep Tayyip Erdogan nel faraonico palazzo presidenziale di Ankara, il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni riconosce la "seria minaccia" vissuta dalla Turchia con il fallito colpo di stato del 15 luglio, ma auspica un ritorno alla "normalità" per favorire anche "il dialogo con l'Ue" sui migranti. La minaccia di Ankara di far saltare il patto con Bruxelles senza la liberalizzazione dei visti aleggia su un accordo che, secondo Gentiloni, "per ora funziona" e dovrebbe "diventare un esempio positivo per dire all'Ue di svegliarsi anche sul Mediterraneo centrale, investendo risorse finanziare e politiche sul Migration compact" con i Paesi del Nord Africa. Per scongiurare una rottura, Gentiloni auspica che sulla questioni dei visti si trovi "una flessibilità che permetta all'Europa di non rinunciare ai propri principi", perché "c'è sempre una via di mezzo". Del resto, ricorda il ministro, "tra quando è stato fatto questo accordo e oggi c'è stato di mezzo un colpo di stato, e le condizioni di emergenza rendono difficile soddisfare tutte le 72 condizioni previste".

Alla fine attualmente prevista dello stato d'emergenza, a gennaio, se ne potrà tornare a parlare.

Il primo giorno della visita di Gentiloni in Turchia, la prima dopo il golpe, si conclude con il faccia a faccia con Erdogan, focalizzato sui migranti ma anche sui rapporti bilaterali, con un forte accento sulle relazione economiche.

"Siamo orgogliosi di essere il quarto partner commerciale della Turchia, il secondo nell'Ue. Qui ci sono 1.300 aziende a capitale italiano, e non solo grandi marchi come Astaldi e Unicredit, ma anche tante piccole e medie imprese che danno lavoro a decine di migliaia di persone", ricorda Gentiloni dopo l'incontro con l'omologo turco, Mevlut Cavusoglu. Che, dal canto suo, ringrazia Roma per l'appoggio immediato dopo il putsch e ricorda i 17,5 miliardi di interscambio commerciale, frutto anche delle grandi opere come "l'autostrada Istanbul-Smirne e i ponti".

Dalla Siria alla Libia, la visita di Gentiloni sottolinea la collaborazione strategica con la Turchia nella lotta all'Isis.

L'attenzione è anche per il capitolo spinoso dell'Iraq, dove, ricorda il ministro, "è interesse di tutti collaborare nella lotta a Daesh, ma non lo si può fare contro il governo di Baghdad", che nelle scorse ore è tornato a denunciare come una violazione della sua sovranità la presenza delle truppe turche nella base di Bashiqa, 30 km a nord-est di Mosul. Proprio dove in queste settimane la Coalizione si prepara a lanciare un'offensiva chiave contro il Califfato. (ANSAmed).

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