"Continuiamo a sostenere lo sforzo diplomatico per trovare una soluzione politica in Siria", ha aggiunto. Per Stoltenberg "il primo passo è arrivare ad una cessazione delle ostilità e ad un accordo per l'accesso agli aiuti umanitari".
Da parte sua il presidente Bashar al Assad, in un'intervista al quotidiano russo Komsomolskaia Pravda, rilancia l'accusa agli Stati Uniti di usare i terroristi per destabilizzare l'area. Proprio oggi più di trecento miliziani delle opposizioni siriane sono stati evacuati da due zone assediate vicino Damasco e trasferiti nel nord-ovest del Paese, in un'area controllata da miliziani e mercenari stranieri, in maggioranza qaidisti. "Si è conclusa l'ultima fase dell'accordo" per la resa di Qudsiya e Hamma, località chiave a ovest della capitale da tempo assediate dalle forze lealiste. "I primi 310 miliziani hanno lasciato Qudsiya e Hamma verso Idlib", afferma as Safir, giornale libanese vicino al governo siriano. "In tutto saranno 1.200 tra miliziani e loro familiari a lasciare le due cittadine". Idlib, roccaforte delle opposizioni e di gruppi qaidisti, dista centinaia di chilometri dalla regione di Damasco e non v'è continuità geografica tra le due zone. Il governo siriano e i suoi alleati russi e iraniano stanno concentrando nella regione di Idlib, periferica e considerata meno vitale di altre, tutti i miliziani delle zone sotto assedio e che una a una si stanno arrendendo. Intanto, il presidente russo Vladimir Putin ha firmato l'accordo tra Mosca e Damasco che permette all'aeronautica russa di usare a tempo indeterminato e a titolo gratuito la base aerea di Hmeimim, in Siria nord-occidentale. L'intesa era stata approvata all'unanimità dalla Duma il 7 ottobre e due giorni fa dal Senato con 158 voti a favore e un'astensione. (ANSAmed).