(ANSAmed) - TRIESTE, 19 OTT - La risposta dell'Unione europea
all'arrivo dei migranti sul proprio territorio "sta provocando
troppe sofferenze inutili alle migliaia di persone bloccate
lungo la rotta balcanica o in fuga attraverso il Mediterraneo
alla ricerca di un rifugio sicuro". E' l'appello lanciato oggi
da Oxfam alla vigilia del Consiglio europeo di Bruxelles,
attraverso il rapporto "Fortezza Europa, l'inadeguatezza della
risposta europea alla crisi migratoria". Per Oxfam "è
prioritario che i leader europei cambino radicalmente il loro
approccio alla gestione di questo fenomeno, sostituendo
l'attuale modello incentrato sulla difesa della 'Fortezza
Europa' con una politica basata prima di tutto sul rispetto del
diritto internazionale e dei diritti umani". I partner di Oxfam
in Serbia e Macedonia incontrano ogni giorno da 100 a 300
migranti che fuggono dalla Grecia attraverso la "rotta
balcanica" cercando di raggiungere il nord Europa, perché hanno
perso la speranza che il sistema d'asilo greco possa dare una
risposta alla loro situazione. Ad aprile 1.579 migranti sono
stati arrestati dalla polizia macedone e respinti in Grecia
senza la possibilità di fare richiesta d'asilo, mentre a maggio
sono state rimandate indietro 3.763 persone. E anche se il
numero di arresti ed espulsioni è calato nell'ultimo periodo,
centinaia di casi del genere si ripropongono ogni mese. Ad oggi,
oltre 5 mila persone sono bloccate in Serbia, alla ricerca di un
modo per proseguire il loro viaggio. Oxfam e partner hanno
raccolto testimonianze di abusi subiti dalle donne costrette a
prostituirsi per sopravvivere o per ottenere riparo, cibo o la
prosecuzione del viaggio. Per quanto riguarda le dinamiche
interne all'Unione, la procedura di ricollocamento messa a punto
per condividere la responsabilità dell'accoglienza e alleggerire
il peso dei paesi frontalieri, "non è mai realmente partita. Al
di là del fatto che si tratta di un sistema iniquo, perché
basato esclusivamente sulla nazionalità di provenienza dei
migranti e non sul loro effettivo bisogno di protezione. A
settembre di quest'anno soltanto una minima parte dei
ricollocamenti promessi erano state attuati: su un totale di
66.400 persone da ricollocare, soltanto 4.455 persone dalla
Grecia e 1.196 dall'Italia - conclude il rapporto - sono state
trasferite verso altri paesi europei". (ANSAmed).