(di Patrizia Antonini)
(ANSAmed) - BRUXELLES, 21 OTT - L'eventualità di sanzioni a
"persone o entità" russe per il loro sostegno al regime siriano
di Assad sparisce dal testo finale approvato dai leader Ue. Il
linguaggio si ammorbidisce trasformandosi in una "valutazione di
tutte le opzioni disponibili". "Non ha senso parlare di sanzioni
alla Russia" in un momento in cui "tutti concordiamo che bisogna
fare tutte le pressioni possibili perché si possa arrivare ad un
accordo in Siria", ha detto il presidente del Consiglio Matteo
Renzi, promotore tra l'altro di una discussione di ampio respiro
sulle relazioni Ue-Russia. A bloccare la formula delle sanzioni,
secondo fonti europee, è stato proprio il premier italiano,
durante la cena a porte chiuse. Renzi ha chiesto che si tornasse
alla formula emersa dalla riunione dei ministri degli Esteri di
lunedì in cui si specificava che le misure restrittive sarebbero
state applicate ai "siriani". La bozza di testo arrivata ieri
sul tavolo invece, era stata modificata negli ultimi giorni, su
richiesta di Francia, Germania e Gran Bretagna. Qui il
riferimento "siriani" era scomparso, lasciando spazio ad una
formulazione più ambigua, che apriva la strada a misure anche
per persone o entità russe. A fare asse col premier è stato
l'Alto rappresentante Ue Federica Mogherini, costruendo la
soluzione poi accettata da tutti, compresi Francois Hollande,
Angela Merkel e Theresa May, arrivati al summit col piede
premuto sull'acceleratore per la linea delle sanzioni a Mosca. A
non voler sentire parlare di sanzioni, secondo altre fonti,
anche Spagna, Grecia, Austria e Cipro.
Il segnale politico comunque resta. I leader europei
"condannano gli attacchi del regime siriano e dei suoi alleati,
in particolare la Russia, contro i civili ad Aleppo",
sollecitano "un'immediata cessazione delle ostilità e la ripresa
di un processo politico credibile sotto l'egida delle Nazioni
Unite". Mogherini è stata incaricata di andare avanti col lavoro
per portare gli aiuti umanitari in Siria e continuare sulla
strada della diplomazia. Intanto il segretario generale della
Nato, Jens Stoltenberg, evidenzia la "preoccupazione" per la
squadra navale con una portaerei russa in avvicinamento al
Mediterraneo orientale che "potrebbe sostenere le operazioni
militari in Siria" e annuncia che sarà monitorata "in modo
responsabile e misurato".
La linea dura non è passata. Il capo dell'Eliseo era arrivato
a Bruxelles per "convincere i colleghi a fare tutta la pressione
possibile". La cancelliera tedesca aveva esortato ad assumere
"una posizione" perché "parlare non basta". Il cessate il fuoco
"deve essere duraturo" e la situazione ad Aleppo "è inumana".
"E' vitale che si lavori assieme per continuare a mettere
pressione sulla Russia", aveva avvertito la premier britannica
Theresa May. Anche il presidente del Consiglio europeo Donald
Tusk aveva esortato "a tenere aperte tutte le opzioni incluse le
sanzioni se continuano i crimini in Siria, ad Aleppo". Fonti
raccontano, tra l'altro, di una telefonata di Hollande a Tusk
mercoledì sera, dopo l'incontro con Putin, per ribadire la
necessità di rafforzare la pressione su Mosca. (ANSAmed).