(ANSAmed) - BRUXELLES, 9 FEB - Le condizioni dei campi
migranti in Libia sono disastrose, ma l'alternativa al piano di
far salvare chi tenta la fortuna verso l'Europa dalla guardia
costiera nelle acque territoriali è "lasciarli morire" in mare.
E' la sostanziale risposta della Ue alle critiche al piano
per frenare il flusso di migranti dalla Libia sulla rotta del
Mediterraneo centrale. Che prevede, come prima priorità tra
tanti punti che includono il lavoro con i paesi vicini e la
"stabilizzazione politica" del paese, il rafforzamento della
guardia costiera e della marina libiche affinché possano operare
nelle acque territoriali, intercettando e salvando i migranti.
Il piano è stato aspramente criticato da molte Ong, da Msf e
Amnesty alla Caritas, perché implica che i migranti vengano
riportati in Libia dove le condizioni nei campi, per ammissione
della stessa Ue e dell'Alta rappresentante Federica Mogherini,
sono "deplorevoli" e molto al di sotto degli standard umanitari.
Oggi Nabila Massrali, portavoce della Mogherini, a chi
chiedeva come la Ue intendesse garantire che fossero assicurato
ai migranti salvati in mare un trattamento adeguato ha prima
ricordato l'impegno europeo per rafforzare la cooperazione di
Unhcr e Oim e sottolineato che l'addestramento europeo prevede
specificamente un aggiornamento sugli standard umanitari, poi
osservato: "L'idea è che la scelta è tra farli morire in mare e
riportarli sulla costa del paese da cui sono partiti".
(ANSAmed).