(di Salvatore Lussu)
(ANSAmed) - BRUXELLES, 9 FEB - Ancora un mese per fare
progressi, poi si inizierà a discutere anche di sanzioni: mentre
si attendono risultati dai piani per frenare i flussi di
migranti in arrivo sulla rotta del Mediterraneo centrale,
Bruxelles fa la voce grossa con chi non rispetta i patti. Quei
Paesi dell'Ue che non fanno fronte agli accordi per
l'accoglienza dei rifugiati e lasciano soli chi, come l'Italia,
è in prima linea a gestire il problema. Per ora sono solo
parole, per quanto pesanti. "È ingiusto - attacca il
vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans -
lasciare tutto il peso su Italia e Grecia: devono poter contare
sulla solidarietà degli altri Paesi Ue". Da marzo, minacciano
dalla Commissione, alle parole potrebbero seguire i fatti, con
l'apertura di procedure di infrazione per chi non rispetta le
quote di richiedenti asilo da ricollocare. Nel mirino,
soprattutto quei Paesi dell'est Europa come Polonia, Ungheria,
Slovacchia e Repubblica Ceca che finora hanno sbarrato le porte
alle richieste di Bruxelles.
Gli obiettivi fissati dalla Commissione sono 1.000
ricollocamenti al mese dall'Italia e 2.000 dalla Grecia ma ad
oggi il numero totale raggiunto è di appena 12 mila
ricollocamenti effettuati. "I mesi scorsi hanno visto progressi
importanti - ammette il commissario alle migrazioni Dimitris
Avramopoulos - ma bisogna fare di più e più in fretta".
Secondo gli ultimi dati del ministero dell'Interno, sono poco
più di 3.200 i migranti ricollocati dall'Italia nei Paesi
europei. Dato che fa impressione, se si considera che in poco
più di un mese, dall'inizio dell'anno, ne sono sbarcati più di
9.300. "I ricollocamenti sono necessari - dice Timmermans - e
serve l'impegno di tutti gli Stati membri perché il controllo
delle frontiere da solo non basta".(ANSAmed).