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Gentiloni, Ue a più velocità ma senza dividerci. Rilancio a Roma

Alfano, Ue sia rigida con chi non rispetta accordi su migranti

10 marzo, 13:14

Il premier Paolo Gentiloni a Bruxelles Il premier Paolo Gentiloni a Bruxelles

(di Salvatore Lussu)

BRUXELLES - Superare le divisioni, per fare ripartire un'Europa che sembra inceppata, guardando all'appuntamento di Roma del 25 marzo come una possibile svolta per il futuro dell'Ue. E' con questo messaggio che il premier Paolo Gentiloni si presenta al tavolo del vertice dei capi di Stato e di governo dell'Unione europea. "La sfida importante - esordisce - è giocare la carta del rilancio, in uno dei momenti più difficili dell'Unione". Un auspicio subito sporcato dalla rottura della Polonia che si mette contro gli altri 27 sulla rielezione del presidente del Consiglio europeo Donald Tusk. Episodio che il premier derubrica a "divergenza molto nazionale e molto contingente" e che a suo parere non impatterà sulla discussione preparatoria per la dichiarazione che sarà siglata il 25 marzo durante le celebrazioni per i 60 anni dei Trattati di Roma.

Il tema tuttavia è già stato toccato nei colloqui tra i leader. Dai quali, dice Gentiloni a fine giornata, "appare evidente che noi non possiamo stare fermi di fronte alle sfide, ma l'Ue non può muoversi con la velocità del vagone più lento.

Chi ha una minore disponibilità all'integrazione va tenuto a bordo ma questo non può impedire a chi vuole scegliere un passo più veloce di farlo".

E' l'Europa a più velocità che inizia a prendere forma.

"Dalla regia che cercheremo di dare - spiega Gentiloni - mi auguro escano indirizzi per stilare una bozza definitiva di dichiarazione che abbia un suo peso". Qualche dettaglio concreto potrebbe emergere già il 15 marzo a Strasburgo, dove Gentiloni è stato invitato dal presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani a parlare davanti alla plenaria insieme al presidente della Commissione Juncker, al presidente del Consiglio europeo Tusk e al premier maltese Joseph Muscat.

La visione italiana, ribadisce Gentiloni, in ogni caso è sempre quella di un'Europa più inclusiva, che non lasci indietro nessuno. Si lavora, dice, "per mettere in agenda l'impegno per la crescita e la protezione sociale". Il fatto che ci siano dati incoraggianti per l'economia europea, sottolinea infatti il premier, "non significa che immediatamente questo si traduca in conseguenze sul piano sociale e sui cittadini. Non bisogna accontentarsi mai dei soli dati macroeconomici".

Intanto, sul tavolo dei 27 era in agenda un altro tema cruciale per l'Italia, quello delle migrazioni. Stiamo cercando di "far funzionare le intese" con la Libia, il Niger e altri Paesi, dice il premier. Se funzioneranno, spiega si riuscirà a fare anche sulla rotta del Mediterraneo centrale il passo necessario. Anche se questo, ammonisce, "non significa illudere il popolo italiano sull'estinzione del fenomeno migratorio ma renderlo più gestibile e quindi meno fonte di tensioni sul piano sociale e politico interno". (ANSAmed).

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