Il documento sollecita ad "attuare con urgenza una risposta coordinata e sostenibile che garantisca procedure eque e accessibili alle persone che necessitano di protezione internazionale, affinché sia loro concesso l'asilo nell'Ue, anziché lasciare che la responsabilità primaria gravi sugli Stati in prima linea". Tra le varie cose l'Eurocamera chiede che il sistema comune d'asilo "preveda la possibilità di presentare e trattare le richieste d'asilo al di fuori dell'Ue, o alle sue frontiere esterne". Sollecita il sostegno dell'Ue "nell'istituzione di corridoi umanitari per far fronte a gravi crisi di rifugiati e sfollati". E ribadisce l'invito agli Stati membri di fornire, in particolare alle persone vulnerabili, "visti umanitari presso le ambasciate e gli Uffici consolari dell'Ue nei Paesi di origine o di transito".
Il sistema di aiuti umanitari è completamente sorpassato e, quindi, abbiamo bisogno di un approccio più olistico e duraturo, con legami più stretti tra sfera umanitaria da un lato e lo sviluppo dall'altro", ha detto il correlatore Agustín Díaz de Mera (Ppe), nel corso del dibattito alla plenaria.
"Non dovremmo parlare di una crisi migratoria, ma piuttosto di una crisi della solidarietà all'interno dell'UE. Possiamo anche parlare di una crisi istituzionale, poiché il Consiglio dell'Unione europea non è in grado di rispettare i propri impegni, di una crisi morale, poiché sembriamo più preoccupati a chiudere i nostri confini e incoraggiare i rimpatri, piuttosto che affrontare le cause profonde della crisi che vediamo", ha aggiunto la correlatrice Elena Valenciano (S&D). (ANSAmed).