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Migranti: lanciata campagna 'Creiamo lavoro in Africa'

Coordinamento cattolico, Piano Marshall con imprese e fondi Ue

25 maggio, 14:31

(ANSAmed) - ROMA, 25 MAG - Sensibilizzare cittadini, piccole e medie imprese ed enti industriali all'idea di sviluppare progetti che creino lavoro nei Paesi africani di origine dell'esodo verso l'Europa, per evitare così il dramma dell'emigrazione forzata. Questo l'obiettivo della campagna "Creiamo lavoro in Africa" presentata ieri alla Camera dal Comitato di collegamento di cattolici per una Civiltà dell'Amore.

Tramite manifesti, spot televisivi, convegni e incontri, la campagna informativa vuole mettere in comunicazione le istituzioni ed i fondi europei e italiani con le forze operative che possano creare progetti di sviluppo.

"Le migrazioni non possono essere contenute da forme arretrate di assistenzialismo", ha detto Giuseppe Rotunno, segretario nazionale del Comitato. L'idea è quella di "informare la società italiana che grazie ai fondi Ue e italiani per l'Africa ci sono nuove opportunità di reciproco sviluppo sostenibile per le aziende interessate", realizzando "un vero Piano Marshall che possiamo vivere dall'Europa all'Africa" con il quale realizzare "progetti finalizzati a incoraggiare le famiglie a non emigrare, ma a costruire il loro futuro sulle loro terre".

Secondo il comitato, il coinvolgimento nella cooperazione allo sviluppo consente alle imprese italiane ed europee di conquistare la fiducia di 'stakeholder' e comunità locali, migliora la reputazione aziendale, crea vantaggi commerciali e di comunicazione, incrementa il patrimonio intangibile dell'azienda.

"La campagna lanciata oggi vuole unire la realtà istituzionale e finanziaria con le forze sul campo: i cittadini, che con 25 euro possono avviare al lavoro un capofamiglia, le piccole e medie imprese e i grandi enti, che possono realizzare programmi di microimprese grazie ai fondi Ue", ha sottolineato Rotunno parlando con l'ANSA a margine della presentazione.

"Noi abbiamo già vissuto tante esperienze di microprogetti, e grazie a questi interventi capillari possiamo favorire le imprese" ha aggiunto Rotunno. Alla vigilia del G7, "vogliamo fare emergere questa soluzione, che può coinvolgere l'aiuto di tutti. Speriamo che ci sia una risposta crescente". Solo cooperando con i Paesi di origine "potremo dare una risposta più robusta alle cause profonde delle migrazioni".

Il Comitato da circa 30 anni realizza progetti di sviluppo nei Paesi africani in collaborazione le realtà locali. Tra questi c'è il progetto "Employ" in Etiopia, finanziato dal ministero degli Esteri e realizzato in collaborazione con ong, università, aziende e istituti di credito, finalizzato alla creazione di opportunità di lavoro in 100 villaggi, coinvolgendo circa 500 mila persone.

Progetti di sviluppo nei Paesi di origine delle migrazioni sono "nell'interesse di evitare il dramma più pesante della nostra epoca: questo esodo biblico che sta coinvolgendo l'Europa", ha sottolineato Gian Luigi Gigli, deputato di Democrazia solidale, intervenuto alla presentazione. I flussi migratori "generano una serie di tensioni" che sviluppano "destabilizzazioni di chi si sente minacciato nella propria sicurezza" e "problemi di disadattamento di chi è emigrato e non ha trovato risposte adeguate che a volte sfociano in atti come quelli di Manchester". (ANSAmed).

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