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Migranti: Unhcr, in Libia non centri ma carceri orribili

Cochetel, chiunque sia sbarcato su coste Paese torna in prigione

04 agosto, 18:34

BRUXELLES - "Non ci sono campi o 'centri" per i migranti "in Libia, ma solo prigioni, alcune controllate dalle autorità, altre da milizie e trafficanti, e vi sussistono condizioni orribili. Chiunque venga sbarcato sulle coste libiche torna in queste carceri. Possiamo sperare che un giorno ci saranno centri decenti e aperti, ma oggi non esistono". Così Vincent Cochetel, inviato speciale dell'Unhcr (l'agenzia Onu per i rifugiati) per la rotta del Mediterraneo Centrale, in un'intervista all'ANSA. Secondo Cochetel, "va bene che l'Italia e altri contribuiscano ad accrescere la capacità della Guardia costiera libica, ma deve essere fatto secondo gli standard dei diritti umani e nella piena coscienza di quanto avviene nelle carceri libiche". "E' importante anche educare la Guardia costiera libica agli standard dei diritti umani ed assicurare che nessuno tra loro colluda con i trafficanti, e chi lo fa sia processato", aggiunge.
Per quanto riguarda il caso Juventa, per l'inviato speciale, "sta alla giustizia italiana pronunciarsi sulla base dei fatti".

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