D'altronde l'ambasciata italiana è "l'unica ambasciata aperta a Tripoli, in condizioni di sicurezza difficili". "Non ho il numero di visti aggiornato - ha aggiunto - ma abbiamo cominciato a fornire visti dal primo marzo e secondo me siamo intorno agli otto-novemila se non di più".
"Uno dei messaggi cruciali che abbiamo voluto dare con la nostra presenza in Libia - ha concluso - è non solamente l'attenzione alle relazioni intergovernative ma fare qualcosa per il popolo che è stato isolato e non ha potuto viaggiare.
Questo è uno dei segnali del successo che la presenza italiana ha avuto". (ANSAmed).