Inoltre, ha ribadito la sua prospettiva europea con l'Accordo di associazione e stabilizzazione con la Ue, ha aderito a varie organizzazione internazionali, ha proseguito nel dialogo con Belgrado in vista di un'auspicata piena normalizzazione dei rapporti.
Restano tuttavia non pochi problemi e ostacoli che impediscono al piccolo Paese balcanico di affrancarsi del tutto dal controllo internazionale (sono sempre presenti le missioni Eulex, Kfor, Unmik) e fare il salto decisivo verso la piena sovranità e l'obiettivo dell'integrazione euro-atlantica.
Il primo decennio di indipendenza, proclamata unilateralmente da Pristina il 17 febbraio 2008, viene cosi' interpretato dalla dirigenza kosovara come un periodo di grandi successi e passi avanti, dai critici invece come anni parzialmente persi e non sfruttati al meglio per rafforzare lo stato, la politica e l'economia.
Il Kosovo resta l'unico Paese dei Balcani occidentali con l'obbligo del visto per i propri cittadini in viaggio nello spazio Schengen, e questo a causa della mancata ratifica dell'accordo con il Montenegro sulla demarcazione della linea di frontiera fra i due Paesi, ultima condizione questa posta dalla Ue insieme a una lotta più efficace a corruzione e criminalità, che restano tra le prime emergenze del Paese.
Pur con una crescita del 4%, la disoccupazione resta a livelli molto alti, poco al di sotto del 30%, con una povertà ancora molto diffusa che spinge in primo luogo i giovani a emigrare verso i Paesi dell'Europa occidentale. Difficolta' economiche e mancanza di prospettive che concorrono anche ad alimentare l'estremismo religioso e la decisione di tanti kosovari di aderire a gruppi estremisti e integralisti recandosi a combattere con formazioni terroriste. (ANSAmed).