BRUXELLES - La minaccia terroristica resta alta, "non è diminuita e dobbiamo essere certi che non vi siano attraversamenti delle frontiere dell'Ue non intercettati, perché questo va a scapito della sicurezza europea". Così il direttore esecutivo di Frontex, Fabrice Leggeri, al Parlamento europeo, parlando dell'operazione Themis, che sarà sottoposta ad una prima valutazione ufficiale a fine aprile, inizio maggio.
Leggeri ha spiegato che i velivoli di Frontex hanno rilevato flussi di migranti non intercettati da Algeria e Tunisia, che pongono "preoccupazioni di sicurezza" e su cui si sta lavorando.
"Non ci aspettiamo un aumento degli arrivi di migranti dalla Libia, almeno non per il momento", ha poi detto Leggeri. "Dal primo gennaio ad ora sono stati 6.000 i migranti illegali intercettati sulla rotta del Mediterraneo centrale, il 62% in meno rispetto allo stesso periodo del 2017. Ma solo il 71% di questi è partito dalla Libia, rispetto al 95% del 2017, perché nel 2018 il 20% delle partenze dei migranti è avvenuto dalla Tunisia", ha spiegato.
In termini di nazionalità, a sbarcare sono stati soprattutto eritrei (1500), tunisini (1200), seguiti da nigeriani, pachistani, libici (nuova tendenza) ed ivoriani.
Leggeri definisce poi un "paradosso" l'aumento del numero delle richieste d'asilo nei Paesi dell'Ue, a fronte del calo degli arrivi (-60 a livello Ue rispetto al 2017). "E' una sorta di paradosso. Ci stiamo lavorando, per capire cosa ci sia dietro", afferma. Il fenomeno comunque potrebbe essere collegabile ad un mix di elementi: "queste persone erano già presenti in Ue; alcune domande riguardano persone che si sono spostate da un Paese ad un altro; non tutti i passaggi irregolari alla frontiera vengono rilevati".