All'origine della decisione di Netanyahu, scrive la stampa odierna, vi sono le proteste degli abitanti dei rioni poveri di Tel Aviv - che vorrebbero una espulsione massiccia ed immediata dei migranti - nonché forti critiche all'intesa mosse da esponenti del Likud, il partito di Netanyahu, e dal partito nazionalista Focolare ebraico. Ieri peraltro Paesi indicati da Netanyahu come esempio di una possibile destinazione dei migranti - fra questi Italia e Germania - hanno smentito di aver dato alcun assenso all'intesa fra Israele e l'Alto commissariato dell'Onu. L'Unhcr fa sapere di aver "preso atto" della decisione di Netanyahu di voler sospendere l'accordo. Lo ha detto stamane la portavoce dell'Unhcr per il Sud Europa, Carlotta Sami.
Intervenendo a Radio Capital, Sam ha precisato che "nell'accordo non è indicato quali Paesi" i 16mila migranti avrebbero dovuto essere trasferiti, "ma poi sono accordi che facciamo direttamente noi con i Paesi che danno disponibilità". Ma in ogni caso, ha detto inoltre, "faremo un bilancio quando avremo tutti gli elementi e rimaniamo a disposizione perché alla fine questa è la soluzione che avrebbe beneficiato entrambe le parti sia lo stato Stato di Israele che i rifugiati". (ANSAmed).