Avevano anche chiesto il risarcimento per concorrenza sleale, ma su questo punto il tribunale non ha accolto la domanda. La sentenza verte molto sulla celebrità del nome Lambretta, aspetto tale da procurare vantaggi a chi ne faccia sfruttamento commerciale, anche fuori dalla produzione di motorini. "Il tribunale di Firenze - spiega l'avvocato Niccolò Ferretti dello Studio legale Nunziante Magrone che ha curato la causa per le società attrici - ha espressamente riconosciuto la celebrità dell'originale marchio e la carenza di novità dei segni registrati dalla controparte, replicanti anche il notissimo font delle lettere componenti il segno distintivo. Il tribunale ha quindi inibito l'uso dei marchi dichiarati nulli, fissando una penale" di 100 euro per ogni giorno di utilizzo "in caso di violazione dell'ordine".
La società che fabbricava la 'lambretta' fu ceduta dalla famiglia Innocenti alla Scooter India srl negli anni '70 che però cessò di commercializzare ciclomotori con questo nome fin dagli anni '80 e poi non usò più il brand fin dagli anni '90. Il marchio venne così rilevato da Lambretta srl e da altre società del Lambretta consortium per rilanciare la produzione di scooter e biciclette, e per produrre e vendere di beni di altre classi merceologiche. Nel 2009 però in alcune camere di commercio della Toscana viene autorizzata la registrazione del nome Lambretta per iniziativa dell'impresa 'Lambretta Cafè di Trapani Irene'.
La stessa contro cui nel 2014 le società attrici promuovono la causa che è andata a sentenza in questi giorni.(ANSA).