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RE-FUTURE, minori migranti raccontano quotidiano in video

Progetto europeo per promuovere integrazione con tecnologia

15 giugno, 17:45

(di Stefano Intreccialagli) (ANSAmed) - ROMA, 15 GIU - La tecnologia e gli smartphone catturano le immagini di vita quotidiana dei minori stranieri non accompagnati in Italia, trasformandosi in uno strumento di integrazione. Questo il cuore del progetto europeo RE-FUTURE, selezionato dal Programma Europa Creativa della Commissione Europea per il supporto all'integrazione dei rifugiati e realizzato da una partnership di realtà europee: Dugong Films (Italia), AccoglieRete (Italia), Università Telematica Internazionale Uninettuno (Italia), Infinity Edge (Italia), Picofilm (Francia), Shoot&Post (Svezia), Asi Film (Turchia) e Road Movie (Italia).

L'obiettivo dell'iniziativa è quello di "far capire la realtà dei minori non accompagnati con lo strumento dello smartphone, riprendendo i loro momenti di vita", spiega ad ANSAmed Maria Amata Garito, rettore dell'Università Uninettuno. Re-Future ha coinvolto venti minori rifugiati che nel corso di un workshop della durata di 8 mesi, sono stati formati dal regista Andrea Caccia all'utilizzo del linguaggio dell'immagine, e con gli smartphone, "strumento ponte tra ciò che lasciano e ciò che vivono", hanno realizzato oltre 600 filmati. I video realizzati sono confluiti nel film documentario "TUMARANKÉ", prodotto da Dugong Films in coproduzione con Offf, Road Movie, Picofilms e Shoot&Post. "È un documento molto importante, che rappresenta le loro aspettative, i loro sogni, e la realtà del momento, anche con una certa ironia", sottolinea Garito. Il documentario "aiuta anche a capire come loro vivono questa realtà". Inoltre, all'interno del progetto, "un gruppo di psicologi dell'università ha analizzato i filmati, e sta realizzando uno studio sulla comprensione dell'esperienza di integrazione di questi ragazzi e sulle loro problematiche". La ricerca è partita dall'analisi in rete di commenti online di cittadini italiani sul tema dell'integrazione, per poi analizzare il contenuto dei video. La fase finale della ricerca, attualmente in corso, verte sull'analisi delle reazioni emotive ed affettive che l'intero film documentario suscita sugli spettatori.

Uninettuno "è sempre stata vicina a temi dell'immigrazione", con l'obiettivo di "aiutare questi giovani che vengono nei nostri Paesi, per fare in modo che abbiano interessi oltre a mangiare e dormire", spiega Garito. L'educazione "è alla base di ogni forma d'integrazione" e porta "al rispetto delle differenze" e gli studenti che "lavorano e studiano con noi hanno un atteggiamento diverso". Uninettuno ha messo a disposizione "borse di studio" grazie al progetto per i rifugiati Università per i Rifugiati (http://www.infomigrants.net/en/post/2723/online-university-for- refugees). "Siamo contenti di avere studenti rifugiati che vivono in Libano, Germania, Mali", che "anche se non sono vicini, con un computer continuano il loro percorso", sottolinea Garito. La tecnologia "può aprire la mente", e attraverso il lavoro dell'università nella rete, "facciamo penetrare la conoscenza di storie e culture".

Link video realizzati dai ragazzi: https://streaming.uninettuno.it/mediagallery/refuture/videoreali zzati/nicetoseeyou.mp4 https://streaming.uninettuno.it/mediagallery/refuture/videoreali zzati/melenzana.mp4 https://streaming.uninettuno.it/mediagallery/refuture/videoreali zzati/caffeafricaine.mp4 (ANSAmed).

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