(ANSA) - BRUXELLES, 22 OTT - I tagli alla politica di
coesione post-2020 proposti dalla Commissione Ue invierebbero un
"segnale sbagliato" agli europei: questa la pozione espressa dal
Comitato economico e sociale europeo (Cese), che nelle plenarie
di settembre e ottobre ha bocciato la riduzione del budget
proposta dall'esecutivo comunitario per il periodo di
programmazione 2021-2027. I tagli - avverte infatti il Cese -
hanno effetti potenzialmente dannosi sull'efficacia, il profilo
e la reputazione della politica di coesione. In un momento in
cui aumenta la disparità tra le Regioni dell'Ue e in cui
l'euro-scetticismo è in crescita - sottolinea inoltre il Cese -
ridurre le risorse per la coesione invierebbe un segnale
sbagliato agli europei.
Il Cese raccomanda inoltre di mantenere il budget al livello
attuale, di potenziare le risorse per la cooperazione
territoriale e per sostenere l'attuazione del meccanismo
transfrontaliero proposto da Bruxelles. "La coesione è una delle
politiche più concrete dell'Ue", sottolinea il relatore per il
Regolamento sulle disposizioni comuni per il periodo 2021-2027,
Stefano Mallia. La coesione dovrebbe quindi essere dotata di "un
supporto tecnico e di bilancio" in via prioritaria.
La valutazione sugli sforzi della Commissione per
semplificare la coesione è positiva, ma vengono bocciati il
ritorno al meccanismo "N+2" e la riduzione dei tassi di
co-finanziamento. "La diminuzione dei tassi di co-finanziamento
nazionali ostacolerà l'attuazione dei progetti, soprattutto
negli Stati membri che affrontano difficoltà di bilancio e in
quelli che sono stati più duramente colpiti dall'ultima crisi
economica e finanziaria", avverte la correlatrice per il parere
sul Fesr e sul Fondo di coesione post-2020, Ester Vitale.
(ANSA).