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Sindaco Barcellona: 'La politica migratoria Ue è un suicidio'

Colau, crisi l'indebolisce. Su Catalogna, 'non negare i diritti'

11 gennaio, 17:34

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(di Gaetana D'Amico) (ANSAmed) - BARCELLONA, 11 GEN - "L'attuale politica migratoria della Ue e' un suicidio". Non usa tanti giri di parole Ada Colau. Dal palazzo del comune di Barcellona, dove è sindaco dal 2015, si scaglia contro la cattiva gestione della crisi dei migranti. O meglio, quello che lei stessa definisce "una crisi politica della Ue e della democrazia". "Questa situazione sta indebolendo l'Europa", sostiene incontrando un gruppo di giornalisti stranieri. "Forse dovremmo ricordarci che la Ue è stata fondata dopo la Seconda guerra mondiale per non ricadere negli errori ed orrori di quella guerra con il fondamentale rispetto dei diritti dell'uomo. Ma ora, la gestione dei migranti, la sta contraddicendo. Tra l'altro, l'Europa è quella che riceve meno migranti nel mondo rispetto ad altri continenti come l'Asia e questo non viene detto abbastanza. Così come occorre sfatare l'opinione comune di considerare i migranti nostri competitori. In realtà' sono un valore aggiunto e Riace è un esempio per tutti. Quello che e' stato fatto nel comune calabrese è una storia di successo e proprio per questo non piace al vostro ministro Salvini".

Secondo il sindaco, bisogna investire le risorse per gestire meglio i flussi. "E' bene metterselo in testa, i flussi non si fermeranno. Quando una donna con un bimbo decide di rischiare la vita in mare, salendo su un barcone senza nessuna garanzia di arrivare viva, è perché non ha alternative. Ci hanno tacciato di essere buonisti perché siamo favorevoli all'accoglienza (è stata proprio Barcellona a risolvere lo stallo della Open Arms lo scorso anno, accogliendo 60 migranti dopo il rifiuto di Italia e Malta, ndr), ma siamo solo pragmatici. Se la Ue vuole sopravvivere al futuro, deve stabilire le responsabilità'".

Sulla questione della Catalogna, il sindaco di Barcellona non ha dubbi: "Non sono a favore dell'indipendenza, ma la Catalogna ha il diritto di decidere in maniera democratica. Ed e' legittimo procedere con la scelta del referendum", sostiene. Poi precisa: "Ci vuole una soluzione politica, non attraverso le Corti, e sono convita che il modo giusto per risolvere la crisi è un altro referendum perché, ricordiamoci, quello precedente non era vincolante e il risultato non può essere considerato democratico. Occorre tornare a una nuova consultazione sulla quale le due parti, Madrid e Barcellona, si trovino d'accordo".

Una soluzione, secondo il sindaco, potrebbe essere una Confederazione di stati. (ANSAmed).

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