(ANSAmed) - ROMA, 2 LUG - Il riscaldamento climatico si
tradurrà in uno stress termico che porterà, nel mondo, una
perdita economica di 2.400 miliardi di dollari e di 80 milioni
di posti di lavoro entro il 2030. Lo rileva il rapporto
'Lavorare su un pianeta più caldo' dell'Organizzazione del
lavoro, organismo delle Nazioni Unite, secondo cui l'impatto
dello stress termico sulla produttività lavorativa è una
conseguenza grave del cambiamento climatico che si aggiunge agli
altri effetti nefasti quali la modificazione del regime delle
piogge, la crescita del livello dei mari e la perdita della
biodiversità. Le proiezioni si basavano su un aumento della
temperatura globale di 1,5 gradi. Le regioni che perderanno il
maggior numero di ore di lavoro saranno l'Asia del Sud, l'Africa
dell'Ovest con una diminuzione entro il 2030 di circa 43,9
milioni di posti di lavoro. (ANSAmed).