Sulla Libia, c'è anche la netta presa di posizione del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che, commentando l'esito della conferenza di Berlino, ha detto: "Visto che è coinvolta l'Onu, non è corretto che l'Ue intervenga come coordinatore del processo" di pace in Libia. Se il cessate il fuoco che abbiamo chiesto con Putin verrà rispettato, si aprirà anche un processo politico" in Libia, ha aggiunto Erdogan. "La presenza della Turchia in Libia ha aumentato le speranze di pace. I passi che abbiamo compiuto hanno portato un equilibrio al processo.
Continueremo a supportare un processo politico sia sul terreno sia al tavolo delle trattative. La Turchia è la chiave per la pace", ha aggiunto il leader di Ankara. Intanto, il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas, ha fatto sapere che "l'Unione europea è al lavoro per integrare l'accordo sul cessate il fuoco" con il rispetto "dell'embargo sulle armi", per questo "a inizio febbraio si terrà a Berlino una nuova conferenza di aggiornamento" sulla situazione in Libia "a livello dei ministri degli Esteri". "Il nostro obiettivo - ha aggiunto Maas - è stato raggiunto ma era solo il punto di partenza. Ora il grande problema è un armistizio completo e un processo politico che apra la strada a una pace duratura".
Secondo il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, se si parla di far rivivere la missione Sophia, deve "essere smontata e rimontata in maniera diversa, deve essere una missione per non far entrare le armi" in Libia "e per rispettare il cessate il fuoco, per far in modo che si avvii un percorso politico. E nulla altro".(ANSAmed).