Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Ong, 'drammatica salute mentale in campi migranti Grecia'

Rapporto IRC su 'Crudeltà della detenzione'

17 dicembre, 15:10

ATENE - Negli affollati 'hotspot' sulle isole greche la situazione della salute mentale dei migranti ospitati è drammatica, denuncia in un rapporto l'Ong umanitaria International Rescue Committee (IRC).

Sono trascorsi quasi cinque anni dal picco della crisi dei rifugiati e dalla fondazione dei campi di accoglienza e riconoscimento (RIC) finanziati dell'Unione europea, noti anche come 'hotspot', sulle isole greche, eppure - ricorda il rapporto - quasi 15.000 persone sono ancora bloccate in questi campi.

Si tratta di persone "sopravvissute a lunghi e pericolosi viaggi per arrivare in Europa" e che si sono trovate intrappolate per mesi o anni in accampamenti "pericolosamente sovraffollati" con "condizioni di vita disumane".

Di recente, scrive IRC, per circa 7.000 migranti e rifugiati presenti sull'isola di Lesbo la situazione è peggiorata ulteriormente dallo scorso settembre, da quando il famigerato Camp Moria è stato distrutto da una serie di incendi.

Un nuovo accampamento provvisorio è stato allestito nella zona di Kara Tepe, vicino alla costa: un sito che è stato criticato dalle Ong umanitarie, dai media e dal partito greco Syriza, che ritengono che i rifugiati ospitati siano completamente esposti agli elementi.

Si sono già verificati tre allagamenti e si sono viste scene di famiglie che attraversano a piedi pozze di acqua sporca e fango nell'ultimo fine settimana, con alcune tende spazzate via dal maltempo invernale, che hanno impietosamente esposto la fragilità del sito di Kara Tepe.

Se si tiene conto anche della minaccia del Covid-19, è facile capire perché quello della salute mentale sia diventato un problema grave per queste migliaia di persone, che includono molti bambini piccoli e altri gruppi di persone vulnerabili.

Fra i punti-chiave, il rapporto di 39 pagine di IRC - intitolato 'Cruelty of Containment' (Crudeltà della detenzione) - rileva come almeno tre persone su quattro assistite dall'Ong attraverso il suo programma di aiuto mentale nelle tre isole greche mostrino sintomi di difficoltà a dormire, depressione e ansia; tre persone su cinque mostrino sintomi di Disturbo post-traumatico da stress (Dpts) e uno su cinque addirittura sintomi psicotici e atti di autolesionismo. Un rifugiato su tre, inoltre, pensa al suicidio e uno su cinque ha provato almeno una volta a uccidersi.

"C'è una drammatica impennata nel numero di persone che presenta disturbi psichici, passate dal 14% al 24 %", si legge nel rapporto di IRC, secondo il quale i casi di Dpts sono arrivati da quasi la metà (47%) a quasi due su tre (63%) e i casi di autolesionismo al 66%".

I dati sono stati raccolti fra 904 persone assistite dal programma di salute mentale di IRC fra i rifugiati delle isole egee di Lebo, Chio e Samo e sono corroborati da testimoniante e interviste. Il rapport chiede quindi che si agisca immediatamente per alleviare le condizioni dei campi.

Fra i molti episodi raccontati da testimoni e citati nel rapporto, ce n'è uno di una ragazza di 16 anni dell'Afghanistan ospite a Moria dallo scorso agosto, che riassume il clima che si respira in questi campi: "Non potevamo lasciare (il campi di) Moria per andare sulla spiaggia e neanche per metterci sotto agli alberi. (Durante il lockdown) eravamo bloccati all'interno del campo e non potevamo uscire senza permesso. Io ero preoccupata, ma la mia mamma era molto stressata. Piangeva continuamente. Aveva problemi di salute e aveva veramente paura del Covid. Non poteva usare le latrine (comuni) perché erano luride e non potevamo neanche avere del sapone per lavarci le mani".

Due anni fa, nel settembre 2018, IRC aveva già pubblicato un rapporto dal titolo 'Unprotected, Unsupported, Uncertain' (Senza protezione, senza aiuti, senza certezze), che metteva a nudo tutte le manchevolezze delle politiche sull'asilo e l'immigrazione dell'Unione europea e il loro effetto deleterio sulla salute mentale dei richiedenti asilo che vivevano nel Campo di Moria sull'isola di Lesbo. Da allora, rileva il nuovo rapporto, la situazione non solo non è migliorata in alcun modo, ma è anzi peggiorata.

Referimenti: - Il testo integrale del rapporto IRC è disponibile: https://www.rescue-uk.org/sites/default/files/document/2389/crue ltyofcontainmentreport.pdf - IRC ha diffuso anche un video, intitolato "Courage to Continue" (Il coraggio di continuare), con molte testimonianze di migranti sulla vita nei campi sulle isole greche dell'Egeo: https://www.rescue-uk.org/courage-to-continue

© Copyright ANSA - Tutti i diritti riservati