(di Tullio Giannotti)
(ANSAmed) - PARIGI, 17 MAG - Nasce il governo di Jean-Marc
Ayrault, il primo della presidenza di Francois Hollande, e la
sorpresa del giorno e' un'assenza: Martine Aubry, segretario del
partito socialista, ha sbattuto la porta e non ha accettato la
poltrona della Cultura. Fabius, un boss dell'apparato di partito
che voto' no al referendum sulla Costituzione europea, e' agli
Esteri. L'ex fedelissimo di Strauss Kahn Pierre Moscovici
all'Economia.
Ha sudato sette camicie il nuovo presidente socialista per
varare la formazione che dovra' guidare la transizione fino alle
legislative del 10-17 giugno. A scompaginare i disegni e' stata
proprio Martine Aubry, ormai incompatibile con Hollande. Fra
lei, 62 anni, figlia di Jacques Delors, tre volte ministro e
numero 2 del governo di Lionel Jospin, e Hollande, non e' mai
corso buon sangue. Da quando Martine ha capito che Francois
sognava di essere lui l'erede di Delors. La loro antipatia dura
da 30 anni ed e' esplosa nel 2007, quando Hollande rifiuto' di
cedere a lei, da sempre sindaco di Lille, una circoscrizione
proprio su quel territorio. La Aubry non gliel'ha mai perdonata,
ha rincarato le critiche alla gestione del partito socialista da
parte di Hollande, di cui lei aveva raccolto l'eredita'. Poi, le
primarie dello scorso autunno, quando pubblicamente lei accuso'
Hollande di rappresentare la ''gauche molle''.
Martine Aubry ha perso la corsa alla candidatura all'Eliseo,
poi e' stata messa da parte a favore di Ayrault per la poltrona
di primo ministro, infine anche il superministero della Cultura
piu' Educazione e' sfumato per una sfuriata di Peillon, che si
prepara da anni a riformare la scuola. Spazientita, stamattina
e' risalita in auto ed e' partita per Lille infilandosi
rabbuiata in auto. : ''Abbiamo convenuto che in questa
configurazione, il posto dove sono piu' utile e' alla testa del
partito''. Il governo risulta senz'altro piu' malleabile di
quanto non sarebbe stato con la presenza della ''dame delle 35
ore'', quasi tutti i ministri importanti sono di stretta
osservanza socialista, Manuel Valls agli Interni e' l'alfiere
dell'ala destra, Arnaud Montebourg al Rilancio produttivo e' il
rappresentante degli ''antagonisti'', che alle primarie
predicava la ''demondializzazione''.
Rappresentati in modo importante gli strausskahniani, con il
premio a Pierre Moscovici (Economia) per la fedelta' in campagna
elettorale a Hollande, finiscono in cassaforte anche i vecchi
fabiusiani, con il Quai d'Orsay all'uomo che rappresento' piu'
di tutti il 'no' vincente della sinistra alla Costituzione
europea. Sono rimasti fuori, per accontentare questi e quelli,
molti fedelissimi di Hollande. Gli uomini del presidente, pero',
non dormono sonni tranquilli. L'ombra lunga di Martine Aubry,
che ha in mano il partito, si allunga sul futuro della compagine
di governo appena nata e sulle legislative, anche se lei ha
assicurato che condurra' fedelmente quella decisiva battaglia. E
il malumore di chi e' stato tagliato fuori (''Francois ha
preferito qualche traditore a chi e' stato al suo fianco'', ha
protestato un hollandista rimasto a bocca asciutta) rischia di
accendere la mischia ancora prima di aver portato a casa la
maggioranza in Parlamento. (ANSAmed).