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Grecia: ricostruire Colosso di Rodi? Se ne torna a parlare

Alto 33 metri era una delle 'sette meraviglie' dell'antichità

14 novembre, 13:39

Il colosso di Rodi in dell'artista tedesco Georg Balthasar Probst (1673-1748) Il colosso di Rodi in dell'artista tedesco Georg Balthasar Probst (1673-1748)

(ANSAmed) - ATENE - Il Colosso di Rodi, l'imponente statua di bronzo ritenuta una delle 'sette meraviglie' del mondo antico che 22 secoli fa si ergeva all'imbocco del porto dell'omonima isola greca, potrebbe tornare ad innalzarsi in tutto il suo splendore. Lo riferisce oggi la stampa ateniese citando dichiarazioni di Fotis Hatzidiacos, sindaco di Rodi, il quale ieri ha presentato a Parigi una mostra dedicata alla storia dell'isola, che si aprirà domani nelle sale del Louvre.

Di tanto in tanto, da ormai 30 anni, si torna a parlare di ricostruire la gigantesca statua, sogno di numerosi sindaci che si sono succeduti alla guida dell'antica città fortificata nel Mediterraneo, ma il progetto non è mai andato in porto soprattutto a causa di mancanza di adeguati finanziamenti e anche per le mai taciute perplessità del ministero della Cultura ellenico. L'ultimo tentativo risale al 2000, quando la municipalità di allora lanciò un bando di concorso internazionale per ricostruire il Colosso, ma il progetto non andò in porto.

Hatzidiacos però non intende darsi per vinto. "Siamo in contatto con diversi scienziati e rimane da stabilire il luogo dove innalzare la statua", ha detto il sindaco, annunciando che per la prossima primavera è stato convocato a Rodi un congresso internazionale per discutere su come realizzare un nuovo Colosso simile a quello che fungeva da faro all'imbocco del porto dell'isola e che fu distrutto 2.200 anni fa da un terremoto.

Il Colosso venne eretto dagli abitanti di Rodi in onore di Elios - il dio Sole dell'antichità - dopo aver vittoriosamente respinto il lungo assedio di Demetrio, figlio di Antigone, all'inizio del IV secolo a.C. Per realizzare la statua furono utilizzate - fondendole - tutte le armi di bronzo dei nemici raccolte sul campo di battaglia. Lo scultore che si assunse l'onere e l'onore di realizzare l'opera divenuta immortale fu, nel 290 a.C., Carete di Lindo il quale aveva appreso il mestiere dal padre Lisippo.

Il suo Colosso - come ci hanno tramandato le cronache dell'epoca - si innalzava per oltre 30 metri (fra i 32 e i 33 a seconda delle fonti) su una base alta circa 17 metri proprio all'ingresso del porto di Rodi, all'epoca era uno dei maggiori centri commerciali e culturali del Mediterraneo. Nonostante fosse estremamente solido (era fatto di bronzo rinforzato con una armatura di legno), l'enorme statua crollò come un castello di carte a causa di un violento sisma che colpì l'isola circa 60 anni dopo la sua costruzione (227 a.C.).

I frammenti metallici della statua rimasero per centinaia di anni nel posto dove si era abbattuta finché gli arabi, nel VII secolo d.C., conquistarono l'isola e - trovati i resti - li ridussero in pezzi più piccoli per venderli sul mercato dei rottami.

Non si è mai saputo come fosse in realtà il Colosso di Rodi ma, secondo ingegneri ed architetti moderni, sembra impossibile che l'enorme statua - come rappresentato in numerose stampe antiche - fosse stata eretta a cavalcioni dell'ingresso del porto di Rodi, con arco e faretra sulle spalle e innalzando sopra la testa un bracere sempre acceso a mo' di faro per le navi in arrivo. (ANSAmed).

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