"I jihadisti - riferisce l'arcivescovo - hanno preso pieno controllo dei villaggi sulla sponda occidentale del Khabur, mentre ieri pomeriggio, 24 febbraio, tutti gli abitanti dei 22 villaggi disseminati lungo la sponda orientale sono stati evacuati e più di mille famiglie cristiane assire e caldee sono fuggite verso i centri maggiori di Hassakè, Qamishli, Dirbesiye e Ras al-Ayn". "Fino a ieri sera - aggiunge mons. Hindo - soltanto ad Hassakè le famiglie di nuovi rifugiati erano più di 950". L'offensiva dei jihadisti dello Stato Islamico finora ha provocato la morte in combattimento di quattro cristiani arruolati nelle milizie assire - schieratesi con i battaglioni curdi contro i miliziani dell'Is -, mentre al momento, secondo fonti assire, un giovane cristiano assiro di nome Milad risulta essere l'unica vittima civile degli islamisti. A giudizio dell'arcivescovo siro-cattolico, i jihadisti hanno lanciato l'offensiva nella regione del Khabur per trovare nuovi spazi e vie di fuga, compensando le sconfitte e le perdite di territorio da loro registrate a Kobane e intorno alla roccaforte di Raqqa. Secondo Mons. Hindo, anche le contromosse prospettate da alcuni Paesi stranieri davanti alle recenti strategie militari dello Stato Islamico confermano le gravi responsabilità dell'Occidente nello scatenamento dei conflitti che stanno dilaniando il Medio Oriente. "Con le loro politiche sciagurate - spiega l'Arcivescovo a Fides - soprattutto francesi e statunitensi, con i loro alleati regionali, hanno favorito di fatto l'escalation del Daesh (acronimo arabo con cui si indica lo Stato Islamico, ndr).
Adesso perseverano nell'errore, commettono sbagli strategici grotteschi come l'annuncio sui media della 'campagna di primavera' per liberare Mosul e si ostinano a interferire con interventi irrilevanti, invece di riconoscere che proprio il sostegno da loro garantito ai gruppi jihadisti ci ha portato a questo caos e ha distrutto la Siria, facendoci regredire di 200 anni". (ANSAmed).