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Francia: la finanza islamica sbarca in banlieue Parigi

Prima agenzia specializzata aperta dalla start up NoorAssur

31 agosto, 19:25

(di Chiara Rancati) (ANSAmed) - PARIGI, 31 AGO - La finanza islamica ha per la prima volta un'agenzia in Francia. La start up NoorAssur, specializzata in prodotti assicurativi e di risparmio gestito in linea con le regole della sharia, ha aperto il suo primo sportello a Chelles, nella banlieue di Parigi.

Creata nel 2012 dal consigliere finanziario Sonia Mariji, NoorAssur operava finora solo online, offrendo di mettere in contatto i risparmiatori con advisor indipendenti esperti in finanza islamica per la gestione del loro denaro o per assicurarsi. In questi tre anni ha già raccolto circa 3.000 clienti, in gran parte privati, che per il 15% non sono musulmani. Finora proprone solo contratti di assicurazione, sviluppati in collaborazione con SwissLife, e prodotti di risparmio, ma l'obiettivo è di offrire anche conti bancari dal 2016, anche attraverso l'apertura di una ventina di altri sportelli su tutto il territorio francese.

"Offriamo un'alternativa alla finanza convenzionale, che non si rivolge solo ai musulmani, ma anche a tutti quelli che desiderano investire, risparmiare o assicurarsi in modo diverso - spiega la Mariji, citata dal quotidiano Le Figaro - la finanza islamica è un segmento della finanza responsabile, non speculativa ed etica, e l'etica non ha né colore né religione".

Il principio guida della finanza islamica è in effetti di rimanere strettamente fedele ai dettami della sharia, in che in concreto vuol dire evitare tutte le forme di investimento paragonabili al gioco d'azzardo, come le operazioni speculative e i titoli o prodotti derivati con fattori di rischio eccessivo, oltre all'utilizzo di tassi d'interesse, che per le regole religiose sono assimilabili all'usura. Vietati anche gli investimenti in settori produttivi ritenuti 'nocivi' per la società, come gli alcolici, le armi, la pornografia. Gli operatori di finanza islamica sono attivi da circa 40 anni, ma è nell'ultimo decennio che il settore ha conosciuto un vero e proprio boom, trainato da un lato dalla crescente ricchezza dei cittadini di Paesi come l'Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti, e dall'altro dal crescente appeal sui risparmiatori occidentali, anche grazie ai suoi vincoli etici.

Secondo i dati della World Islamic Banking Conference, il suo giro d'affari ha toccato quota 138 miliardi di dollari a fine 2013, e per la fine di quest'anno potrebbe superare i 200.

(ANSAmed).

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