(ANSAmed) - BRUXELLES, 20 NOV - "Figlio, perché?". E' la
domanda disperata del padre Omar che resterà per sempre senza
risposta ora che le squadre speciali francesi hanno crivellato
di colpi il figlio Abdelhamid Abaaoud. Un "dispiacere" che non
sia stato catturato vivo reso ancora più grande dal fatto che
l'altra domanda che non gli potrà più fare è sulla sorte del
figlio più piccolo, Younes, che aveva 13 anni quando il grande
se lo è portato via in Siria con lui due anni fa.
Il signor Abaaoud non sa nemmeno se sia ancora in vita, o se
anche lui sia stato inghiottito dall'Isis per sempre. Per questo
si era costituito parte civile contro Abdelhamid. Un altro
figlio, Yassine, secondo fonti dell'intelligence marocchina,
sarebbe tra l'altro in carcere da un mese dopo essere stato
preso ad Agadir, la città natale del padre. Ancora non sono
chiari i legami con il fratello maggiore e la sua cellula
jihadista.
Il vecchio Omar si trova attualmente in Marocco ed è
"profondamente depresso", ha riferito la legale Nathalie
Gallant. "Avrebbe voluto che Abdelhamid fosse interrogato per
comprendere perché è giunto a una tale deriva" da diventare la
mente criminale dei più efferati attentati compiuti in Europa
nell'ultimo anno, ha riferito la donna, spiegando che l'uomo
finora non ha fatto richiesta per recuperare il corpo del figlio
ucciso nel raid a Saint-Denis. Al contrario, ha chiesto di
prendere contatto con le autorità francesi per ottenere
informazioni su Younes, di cui si sono completamente perse le
tracce e che oggi avrebbe 15 anni.
"Il mio cliente è estremamente calmo, si aspettava che
sarebbe finita male, non prova altro che rabbia e disgusto nei
confronti di Abdelhamid - ha ancora aggiunto l'avvocato del
padre - e non gli trova né gli cerca alcuna scusa" per quel che
ha fatto. (ANSAmed).