(ANSAmed) - RABAT, 14 FEB - Il 23 per cento dei marocchini
che risiedono all'estero si sentono discriminati quando cercano
un posto di lavoro, e il 36% incontrano difficoltà a proseguire
negli studi. Per questo motivo più della metà (62%) non vede
l'ora di rientrare nel paese dei nonni, chi per lavorare (48%),
chi per godersi la pensione (50).
Non è la fotografia dell'accoglienza quella che risulta da
un'indagine del Ministero incaricato dei residenti all'estero e
degli affari della migrazione. Su un campione di 2.146
marocchini di età compresa tra i 15 3 i 30 anni, nati o comunque
residenti in sei paesi dell'Unione europea - Italia, Belgio,
Francia, Germania, Spagna e Paesi Bassi - il tasso di
soddisfazione è limitato.
Tra gli intervistati, il 63 per cento dei quali ha un diploma
di scuola superiore, solo il 10 per cento partecipa attivamente
alla politica, perché iscritto a un partito, e il 38 si reca
alle urne per esprimere preferenza. Vivono prevalentemente in
famiglia (75%), anche se sognano di andare ad abitare da soli.
E hanno un legame forte con il loro paese di origine, tanto
che 3 su 4 vi fanno ritorno almeno una volta all'anno, 7 su 10
parlano l'arabo 'darijia' e nell'85 per cento dei casi
preferirebbero avere un connazionale al loro fianco, per la vita
di coppia.
In totale, i marocchini che hanno residenza all'estero sono
3,8 milioni secondo le stime ministeriali che risalgono al 2014.
(ANSAmed).