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Emergenza terrorismo incombe sulla corsa per l'Eliseo

Domani 1/mo dibattito tv.Macron raggiunge Le Pen.Guerra a gauche

20 marzo, 10:18

(di Tullio Giannotti) (ANSA) - PARIGI, 20 MAR - Le presidenziali sono al rush finale ma, dopo le inchieste della magistratura sui candidati, ad occupare la scena tornano gli attentati. Su quello di ieri a Orly, ancora carico di misteri, ha detto la sua il padre di Zyed Ben Belgacem: "mio figlio non è mai stato un terrorista".

Radicalizzato? "Non veniva nemmeno alla preghiera, beveva".

Marine Le Pen, unica a non risentire negativamente delle inchieste della magistratura a suo carico, non si lascia sfuggire nessuna occasione che le offrono gli attentati terroristici, anche se sventati o tentati, per spingere sul tasto preferito, la voglia di sicurezza dei francesi, il pugno duro con gli immigrati. Ieri, mentre l'aeroporto era ancora chiuso per l'aggressione ai tre militari e la reazione con l'uccisione di Belgacem, ha accusato il governo di incapacità di reagire. Nei sondaggi, però, la presidente del Front National non sembra premiata per questa politica, anzi, viene raggiunta da Emmanuel Macron, che nel suo programma non ha certo la sicurezza al primo posto. Adesso sono entrambi al 26%, un testa a testa verso il ballottaggio che sembra lo scenario più probabile a 5 settimane dal voto, anche se il rischio di un'intensificazione degli attentati apre pesanti interrogativi.

Francois Fillon, che le ultime rilevazioni danno staccatissimo dalla coppia di testa, al 17%, ha pensato bene di annunciare - dopo la raffica di inchieste a suo carico, dal Penelopegate ai vestiti regalati - un cambio di slogan della sua campagna elettorale: non più "il coraggio della verità", che sembrerebbe una provocazione, ma "una volontà per la Francia".

Ma è a sinistra che si sta giocando in queste ore una partita all'ultimo sangue. Il Partito socialista è in frantumi, gli elettori hanno votato alle primarie Benoit Hamon ma mezzo PS non lo sostiene, a cominciare dall'ex premier Manuel Valls, da lui sconfitto al ballottaggio: "io traditore? - ha commentato oggi - non è un tradimento rimanere fedele alle proprie idee". Hamon, per anni, ha fatto la fronda interna contro il governo socialista, la maggior parte dei leader non glielo perdonerà.

Oggi, in un comizio a Bercy, ha provato a rilanciarsi attaccando "il partito dei quattrini, che ha troppi candidati", e senza mai nominare i suoi bersagli, l'ex banchiere Macron e l'amico dei miliardari Fillon. Ma l'ultimo sondaggio non sembra dargli scampo, è precipitato al 12%, il livello di Jean-Luc Melenchon, il radicale di sinistra che ieri ha arringato la folla a Parigi annunciando di voler proclamare la Sesta Repubblica.

Sul delinquente comune Zyed e la sua escalation di assalti contro la polizia in poche ore, fino ad attaccare da kamikaze una pattuglia gridando di voler morire per Allah, l'inchiesta è all'inizio. Si valutano le dichiarazioni del padre e del fratello che, insieme con il cugino che lo ha visto per ultimo al bar di Vitry prima che puntasse su Orly, restano in stato di fermo. Ma soprattutto si aspettano i risultati dell'autopsia, cominciata questa mattina. Le parole del padre - "vedete cosa succede con l'alcol e la cannabis" -, la cocaina che gli è stata trovata in casa dalla polizia insieme con due bottiglie di whisky svuotate, lasciano aperto il campo all'ipotesi di un folle raid che alcol e droga hanno trasformato in missione suicida.

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