Unico in Francia, quello di Grande-Synthe era considerato un campo modello, interamente finanziato da Medecins Sans Frontières (Msf) e dal sindaco, Damien Carme. Costruito nel rispetto delle norme internazionali il mini-villaggio era composto da circa 300 capanne in legno isolate dal freddo. Dopo mesi di aspri negoziati Msf e comune erano riusciti ad ottenere l'autorizzazione per l'apertura nel marzo del 2016.
Sui 2,7 milioni di euro di spesa lo Stato non sborsò neanche un centesimo: 2 milioni arrivarono dalle casse di Medecins sans frontières e il resto venne dal municipio. Il primo campo umanitario di Msf sul territorio francese rispondeva ai dettami dell'Alto commissariato Onu per i rifugiati, con servizi sanitari, corrente elettrica, cucina collettiva, illuminazione pubblica e nessuna barriera. Da molti venne salutato come un esempio, tanto che il sindaco di Parigi, Anne Hidalgo, si era ispirata a Grande-Synthe per il campo umanitario aperto da qualche mese nel nord di Parigi. Contrariamente a Calais a Grande-Synthe non c'erano controlli o registrazione delle impronte digitali. Dopo la chiusura della 'Giungla' alcuni si trasferirono qui costretti a dormire nelle cucine. Pare sia stato proprio questo a scatenare le tensioni tra comunità curda e afgana. (ANSAmed).