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Libia: Sarraj, nessun accordo Italia con trafficanti

La risposta del premier libico al quotidiano Le Monde

06 ottobre, 14:05

(ANSAmed) - PARIGI, 6 OTT - Il premier libico Fayez Al Sarraj, intervistato da Le Monde, smentisce l'esistenza di un presunto "accordo segreto" tra l'Italia e i trafficanti per fermare gli sbarchi. Alla domanda su un ipotetico patto segreto tra il governo italiano e una milizia di trafficanti a Sabratha per fermare flussi di migranti verso l'Europa, Sarraj risponde: "C'è un accordo con l'Italia per aiutare le municipalità libiche del nord e del sud a sviluppare l'economia e creare occupazione.

Ma non c'è un accordo del tipo di quello di cui parlate, vale a dire sostenere un gruppo armato".

Fu proprio il quotidiano Le Monde, il 14 settembre scorso, a mettere in grande evidenza, con un titolo di prima pagina, le accuse secondo cui il ministro dell'Interno, Marco Minniti, avrebbe trattato con i trafficanti libici per bloccare i flussi di migranti.

Nell'intervista di oggi al quotidiano parigino, Sarraj auspica anche una revoca dell'embargo sulle armi in Libia decretato dal consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite nel 2011. "Abbiamo già avviato presso l'Onu un processo di richiesta per la revoca parziale dell'embargo", afferma, sottolineando, tra l'altro, che "non possiamo combattere un tale fenomeno senza l'equipaggiamento e le armi per i nostri guardiacoste e il controllo delle nostre frontiere meridionali. Abbiamo quindi chiesto l'aiuto agli europei per del materiale di sorveglianza, in particolare, nel sud".

E ancora: "I nostri guardiacoste non possono combattere con degli Zodiac, delle imbarcazioni da contrabbandieri altamente armate ed equipaggiate. Allo stesso modo non possiamo proteggere le nostre frontiere del sud con solo dei 4x4 non equipaggiati".

Nell'intervista Sarraj sottolinea anche che "l'Isis continua ad esercitare una minaccia in Libia come in altri Paesi" e ribadisce che "il nostro obiettivo è garantire che l'esercito risponda al potere esecutivo, vale a dire l'autorità civile".

La stabilizzazione della Libia, conclude, è "decisiva per combattere l'emigrazione illegale. Se non ci riusciremo, allora questo flusso di migranti toccherà la Libia e l'Europa insieme alle organizzazioni terroristiche che tentano di infiltrarlo".(ANSAmed).

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