(di Paola Del Vecchio)
(ANSAmed) - MADRID, 8 NOV - La frontiera di Irun sul versante
nord-occidentale spagnolo al confine con la Francia rischia di
diventare un campo di rifugiati per i respingimenti immediati da
parte della gendarmeria francese. Come alla frontiera
italo-francese, le espulsioni 'express' sono realizzate senza
garanzie, spesso a margine dell'iter legale, e i migranti
abbandonati in territorio spagnolo, secondo quanto denunciano
varie Ong e documentano immagini mandate in onda dalla
televisione basca ETB.
Tra gennaio e ottobre di quest'anno, la Francia ha respinto
in Spagna oltre 9.038 migranti irregolari, al ritmo di un
migliaio al mese, il triplo dei dati diffusi dal governo iberico
e pari al 26% in più che nello stesso periodo del 2017, stando
ai dati della polizia francese frontaliera (Paf), citati da El
Pais. La gran parte delle espulsioni avviene sul versante
frontaliero di Irun, dove nei primi nove mesi dell'anno sono
aumentate del 59% rispetto al 2017, fino a 5.609, secondo le
fonti citate. Il ripristino dei controlli alla frontiera con le
"non ammissioni", come sono tecnicamente definite, è
giustificato dalle autorità francesi con la deroga dell'accordo
Schengen per motivi di "sicurezza nazionale" e di lotta al
terrorismo, dopo gli attacchi jihadisti del novembre 2015 a
Parigi. E in base a un accordo bilaterale del 2002, che consente
alla Francia di disporre le espulsioni immediate in Spagna dei
migranti irregolari, nelle quattro ore successive al loro
passaggio alla frontiera.
"I controlli si fanno in maniera sistematica e selezionando
il profilo etnico, il che è discriminatorio e contrario al
diritto europeo", sostiene l'esperto di migrazioni
dell'Università dei Paesi Baschi, Iker Barbero. Varie Ong, fra
le quali Sos Racismo, hanno denunciato l'alto numero di casi in
cui la gendarmeria francese, eludendo l'iter legale, riporta i
migranti irregolari in territorio spagnolo a bordo di furgoni
anonimi, senza distintivi ufficiali, abbandonandoli dall'altro
lato della frontiera, come documentano filmati emessi a ottobre
dalla televisione basca ETB. Immagini che hanno costretto il
ministro degli Interni, Fernando Grande-Marlaska, a riconoscere
la pratica di ritorni a margine dell'accordo del 2002 col paese
vicino, ma definendoli "assolutamente puntuali".
La Red di Acogida di Irun, Ong per l'accoglienza e
l'assistenza ai migranti, ha ripetutamente denunciato
l'emergenza nelle strutture di transito di Irun e San Sebastian,
in Guipuzcoa, sature e con i volontari sopraffatti dagli arrivi
in massa. "Ogni giorno arriva più gente che si unisce ai
migranti respinti alla frontiera, in molti casi richiedenti
asilo e senza neanche un ordine di ritorno alla polizia
spagnola", rilevano fonti della Ong citate dalla Tv Cuatro. I
respingimenti di immigrati da parte della Francia rischiano di
far collassare i servizi di assistenza sociale nei Paesi Baschi,
dove la Croce Rossa ha assistito quasi 10mila migranti negli
ultimi mesi.
Il governo spagnolo, nel difendere le "eccellenti relazioni"
con il Paese vicino, che ha collaborato con Madrid anche alla
ripartizione dei migranti salvati a bordo della nave Aquarius e
da altre Ong nel Mediterraneo, mantiene bassi i toni della
polemica. E non ha presentato nessuna protesta ufficiale alle
autorità francesi, come confermano fonti del ministero degli
esteri a El Pais. Ma, come già accaduto per l'Italia, le
espulsioni 'express' rischiano di suscitare forti tensioni. "Ci
sono state perfino incursioni in territorio italiano della
gendarmeria francese", ha ricordato il ministro degli Esteri,
Josep Borrell, al Congresso dei Deputati. "Ma non consta che
questo sia accaduto alla frontiera spagnola", ha assicurato.
Tuttavia, nel medio periodo, la Spagna, divenuta principale
rotta di sbarco di migranti nel Mediterraneo, da Paese di
transito verso il centro e nord Europa rischia di diventare
destinazione finale dei flussi clandestini. Con un totale di
53.382 extracomunitari giunti dall'inizio del 2018, la penisola
iberica supera già del 9% gli arrivi in Italia e Grecia assieme,
pari a 48.706 persone, secondo i dati diffusi dal ministero
degli Interni. (ANSAmed).