Inoltre, voci regionali hanno già sottolineato il rischio sul fatto che un passo simile metterebbe in pericolo le fiorenti relazioni israeliane con gli Stati Arabi". "I nostri Stati - hanno continuato - attribuiscono il massimo valore ai principi della legge internazionale come quello relativo al divieto di cambi unilaterali dei confini".
In apertura dell'intervento pubblicato dal Walla, i 4 rappresentanti Ue hanno ricordato "la solida amicizia" che ognuno dei propri paesi "ha costruito con lo Stato di Israele e con il suo popolo". Proprio tenendo conto di questa lunga amicizia e dell'impegno nella sicurezza di Israele, ribadiamo - hanno scritto - il pensiero dei nostri rispettivi governi sulla possibile annessione di parti della Cisgiordania". Una mossa che "costituirebbe una violazione dei vari principi sui quali abbiamo collettivamente costruito le nostre regole di base fin dalla Seconda Guerra mondiale". Gli ambasciatori hanno quindi ribadito che i rispettivi paesi "non riconosceranno alcun cambio ai confini del 1967, eccetto quelli concordati da entrambi le parti" e che "ogni decisione di annettere avrebbe conseguenze sulla stretta relazione" con Israele.
"Israele - hanno denunciato - è oggi ad un bivio. Rimaniamo convinti che, nonostante le durezze e le difficoltà, l'unica via di questo conflitto resti una soluzione negoziale con l'obbligo per entrambe le parti di non accedere a passi unilaterali".
"Inoltre - hanno concluso - siamo fortemente impegnati a continuare ad agire sui Palestinesi in modo che possano impegnarsi in negoziati diretti significativi per raggiungere un accordo globale e reciprocamente accettabile, basato su una Soluzione a due Stati in conformità con il diritto internazionale e parametri concordati". (ANSAmed).