(di Chiara Spegni)(ANSAmed) - BRUXELLES, 15 OTT - Nuovo
allarme a Bruxelles per il flusso di ''domande di asilo
infondate'' in alcuni Paesi Ue da parte di cittadini di Serbia,
Albania, Bosnia Erzegovina, Montenegro ed ex Repubblica
jugoslava di Macedonia. La Commissione europea e' infatti
''estremamente preoccupata'', ha spiegato oggi Michele Cercone,
portavoce del commissario Ue agli affari interni, Cecilia
Malmstrom, per il trend che ha assunto il fenomeno. Il messaggio
di Malmstrom ai Paesi dei Balcani interessati e' chiaro: ''La
liberalizzazione dei visti e' una grande conquista - ha detto il
suo portavoce - e concede una grande liberta', ma allo stesso
tempo comporta anche un'enorme responsabilita', non solo dei
governi ma dei cittadini''. Malmstrom chiede quindi ''misure
forti'' in cambio della possibilita' di circolare liberamente
nell'area di Schengen, per un periodo temporaneo di tre mesi.
A sollevare il problema sono adesso sei Stati membri dell'Ue
(Belgio, Lussemburgo, Germania, Francia, Austria e Olanda) in
una lettera, ''in cui chiedono di affrontare la questione in
occasione del prossimo Consiglio affari interni dell'Ue del
prossimo 25 ottobre'' ha confermato Cercone. Nel testo ''i
ministri degli interni di questi Paesi - ha aggiunto il
portavoce - hanno domandato di trovare al piu' presto possibile
un accordo per l'adozione entro la fine dell'anno del
'meccanismo di salvaguardia', cioe' la reintroduzione dei visti
in condizioni eccezionali''. La clausola di salvaguardia
consentirebbe cosi' ad uno Stato membro di dare lo stop al
regime di liberalizzazione dei visti nei confronti di un altro
Paese, ''secondo criteri specifici''. La situazione delle false
domande di asilo all'Ue, che arrivano soprattutto per motivi
economici, e' monitorata dalla Commissione europea dopo una
precisa richiesta del Consiglio nel 2010 e da allora diversi
sono stati gli appelli alle autorita' di Serbia, Albania, Bosnia
Erzegovina, Montenegro ed ex Repubblica jugoslava di Macedonia,
evidentemente senza ottenere i risultati voluti. Richiedere
asilo senza le necessarie condizioni ''crea un problema al
sistema e ostacola chi ne ha veramente diritto'' ha detto
Cercone, che non ha voluto puntare il dito su nessuno dei cinque
Paesi dei Balcani in particolare. Non avrebbe peso il fatto che
la maggioranza dei richiedenti asilo 'abusivi' siano rom, visto
che gli Stati membri dell'Ue ''sono tenuti a rispondere a tutte
le domande, indipendentemente dalla provenienza etnica''.
Intanto pero' il 'caso visti' dei Balcani e' tornato a farsi
sentire e il rischio e' che la porta dell'Ue, faticosamente
aperta negli ultimi tre anni ai cittadini serbi, albanesi,
bosniaci, montenegrini e macedoni, torni a richiudersi.
(ANSAmed)