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Giordania: elezioni confermano un Parlamento fedele al re

Vincono tradizionalisti dopo boicottaggio Fratelli Musulmani

24 gennaio, 20:09

(di Mohammad Ben Hussein) (ANSAmed) - AMMAN, 24 GEN - I tradizionalisti fedeli a Re Abdallah, rispettando le previsioni della vigilia, hanno conquistato la maggioranza nel nuovo Parlamento giordano uscito dalle elezioni di ieri. Elezioni boicottate dai Fratelli Musulmani, forza principale dell'opposizione, che hanno così protestato per l'assenza di riforme politiche incisive e una legge elettorale che ritengono ingiusta.

I risultati resi noti oggi, non ancora definitivi, consegnano un'assemblea non diversa dalle due precedenti uscite dalle consultazioni politiche del 2008 e 2010, con la presenza predominante di esponenti delle basi di potere del regime, in particolare degli apparati di sicurezza, del mondo degli affari e dei gruppi tribali. Soltanto poco più di una ventina dei 150 seggi che compongono il Parlamento, vanno a uno schieramento diviso al suo interno di gruppi di sinistra e islamici.

La Commissione elettorale indipendente ha fatto sapere che ha votato 1,23 milioni di elettori, pari al 56,69% degli aventi diritto. Un dato che indicherebbe un mancato successo del boicottaggio voluto dai Fratelli Musulmani.

Ma la proclamazione dei risultati finali è stata rinviata ancora di diverse ore, mentre l'opposizione denuncia brogli.

Rula Heroub, una delle poche donne a risultare elette, ha fatto sapere che si dimetterà in segno di protesta contro il sistema di conteggio adottato dalla Commissione. Mentre il movimento islamico ha detto di avere le prove che il voto è stato caratterizzato da frodi e da interventi illegali delle forze di sicurezza.

Una delegazione di osservatori internazionali coordinata dall'Istituto nazionale democratico (Ndi) degli Stati Uniti ha sottolineato un notevole progresso nelle procedure e nella gestione della consultazione. Ma, in un comunicato inviato all'ANSA, ha anche denunciato "le dimensioni ineguali dei distretti e un sistema elettorale che, favorendo le divisioni per linee familiari e tribali, limita lo sviluppo di un corpo legislativo autenticamente nazionale".

Responsabili della Commissione elettorale hanno detto invece che le elezioni hanno rappresentato un momento fondamentale nel processo di riforme avviato dopo l'inizio della "primavera araba", che non ha visto finora manifestazioni dirette al rovesciamento della monarchia ma richieste di un rinnovamento del sistema politico e una limitazione dei poteri del re.

Il primo ministro, Abdullah Nesour, ha detto che si dimetterà in tempi brevi per consentire la nascita di un nuovo governo.

Come in passato, la nomina del premier spetterà a Re Abdallah, ma questa volta, in base alle riforme costituzionali varate, il sovrano dovrà prima consultarsi con i deputati.

La polizia ha segnalato 46 casi di risse e scontri ai seggi, in particolare tra gruppi tribali. Due membri dei Fratelli Musulmani che non hanno aderito al boicottaggio e sono risultati eletti, rischiano l'espulsione dall'organizzazione. (ANSAmed).

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