Un Paese che fino a qualche giorno fa era considerato da alcuni il possibile 'anello debole' nella Coalizione a guida americana a causa dei malumori tra l'opinione pubblica sulla partecipazione ai raid contro l'Isis, sembra essersi trasformato in uno dei più temibili nemici del Califfato grazie alla reazione emotiva scatenata dalle scioccanti immagini del rogo in cui è stato fatto morire il pilota. Migliaia di persone, tra le quali deputati, rappresentanti dei partiti politici e di clan tribali hanno preso parte oggi a un corteo ad Amman gridando "Morte all'Isis". Tra la folla, che ha marciato a partire dalla moschea di Re Hussein, venivano sventolate bandiere giordane e innalzati cartelli con slogan di sostegno all'esercito. La mobilitazione della nazione è accompagnata e favorita da una serie di gesti simbolici: dalla fotografia fatta circolare del sovrano vestito in tuta mimetica e atteggiamento combattivo, a quella dell'abbraccio della regina Rania a una bambina parente del pilota ucciso. Un'immagine scattata durante la visita compiuta ieri dalla coppia reale ad Aye, la località nella regione di Karak di cui era originario Kassasbeh. Quando, proprio in quei momenti, alcuni jet militari hanno sorvolato l'area, Abdallah ha detto al padre del pilota, Safi al Kassasbeh, che essi tornavano da Raqqah, dove avevano bombardato le postazioni jihadiste. Ieri sera, secondo fonti locali nel Nord dell'Iraq, l'aviazione giordana è tornata anche a bombardare postazioni dello Stato islamico a Mosul, provocando almeno 35 morti. Mentre oggi fonti delle guardie di frontiera irachene hanno segnalato un rafforzamento delle truppe giordane lungo il confine con la regione irachena di Al Anbar, dove è diffusa la presenza dell'Isis. L'esercito di Amman si è schierato nell'area di Ruwaished, opposta alla città di frontiera irachena di Trebil.
Ma fonti locali fanno notare che non è la prima volta che avvengono simili movimenti di truppe nell'area. (ANSAmed).