(ANSAmed) - AMMAN, 6 GIU - L'attacco ad una sede
dell'Intelligence giordana a nord di Amman dove sei agenti sono
rimasti uccisi ieri potrebbe essere stato organizzato per
vendetta a causa di violenze lamentate da uno dei due assalitori
che oggi sono stati arrestati. Lo hanno detto all'ANSA fonti
vicine agli arrestati, due fratelli del campo profughi
palestinesi di Baqaa, nei pressi di Zarqa, dove è avvenuto
l'attacco.
Le fonti hanno precisato che uno degli assalitori, Mohammad Ali Masharfa, era stato arrestato diverse volte dalle forze di sicurezza con l'accusa di avere contatti con il gruppo islamista Jaish al Islam in Siria, ma era stato poi rilasciato. L'uomo aveva accusato gli agenti di averlo torturato per cercare di costringerlo a confessare. Nel campo di Baqaa vivono 150.000 profughi palestinesi in condizioni di povertà. Organizzazioni internazionali per i diritti umani, tra le quali Amnesty International, hanno spesso accusato le forze di sicurezza giordane di usare la tortura per cercare di ottenere informazioni dagli arrestati. (ANSAmed).
Le fonti hanno precisato che uno degli assalitori, Mohammad Ali Masharfa, era stato arrestato diverse volte dalle forze di sicurezza con l'accusa di avere contatti con il gruppo islamista Jaish al Islam in Siria, ma era stato poi rilasciato. L'uomo aveva accusato gli agenti di averlo torturato per cercare di costringerlo a confessare. Nel campo di Baqaa vivono 150.000 profughi palestinesi in condizioni di povertà. Organizzazioni internazionali per i diritti umani, tra le quali Amnesty International, hanno spesso accusato le forze di sicurezza giordane di usare la tortura per cercare di ottenere informazioni dagli arrestati. (ANSAmed).
