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Unido, difficile accedere al credito per donne in area Mena

Studio, imprenditrici hanno voglia di crescere ma serve sostegno

04 aprile, 17:15

(di Cristiana Missori)

ROMA - Sono mogli (60%), madri (per lo più di due figli), hanno in media 40 anni e una laurea (92%). Le imprenditrici della regione Mena sono ambiziose, vogliono espandere la propria attività e affacciarsi su nuovi mercati, ma hanno difficoltà soprattutto nell'accedere al credito, nell'ottenere un sostegno istituzionale e a fare rete fra loro.
E' questo in sintesi l'identikit delle donne di sei Paesi - Egitto Giordania, Libano, Marocco, Palestina e Tunisia - della regione Mena (Middle East and North Africa), che hanno scelto di aprire una loro azienda, secondo uno studio presentato stamani a Roma dall'Unido (United Nations Industrial Development Organization). La ricerca - realizzata grazie alla collaborazione delle associazioni femminili presenti in questi Paesi e al sostegno della Cooperazione italiana, del Ministero degli Affari Esteri, dell'Unione per il Mediterraneo - ''è stata realizzata tra il 2015 e il 2016, mediante un questionario online rivolto a 1.210 imprenditrici'', spiega il prof. Alain Fayolle, direttore del Centro di Ricerca sull'Imprenditoria della EM Lyon Business School, e mette in luce una serie di elementi in grado di dare un profilo più preciso di quelle donne che hanno scelto di mettere su una la propria azienda (in media con meno di dieci dipendenti). Sono imprenditrici che hanno voglia di crescere. ''Le loro attività hanno spesso dieci anni o più di attività; vogliono assumere, aumentare il loro capitale, creare nuovi prodotti e aprirsi ai mercati stranieri''. Come in qualsiasi altra parte del mondo, però, queste donne ''hanno difficoltà ad accedere ai capitali''. Una vera parità di genere in termini di accesso ai capitali nei sei Paesi presi in esame dall'Unido continua a non esserci. Nemmeno in un Paese come il Libano, dove, come garantisce il ministro per l'Industria Hussein El Hajj Hassan, ''pur non esistendo alcuna forma di discriminazione fra uomini e donne per l'accesso al credito esiste un gap del 5% a favore degli imprenditori''. In tutta l'area esistono ancora grosse barriere culturali da abbattere. Spesso, prosegue lo studio ''le donne mancano di esperienza, di assistenza e hanno difficoltà ad accedere a nuovi mercati e alle informazioni, non hanno fiducia in loro stesse, e sentono la responsabilità familiare''. L'idea, suggerisce la ricerca Unido, potrebbe essere quella di creare un osservatorio per l'imprenditoria nella regione Mena, ma anche quella di comunicare meglio il mondo dell'imprenditoria femminile e raccontare le storie di successo.
Un modo per incoraggiare altre donne dell'area a fare il loro ingresso nel mondo imprenditoriale. Il quadro emerso dalla rilevazione, avverte il direttore generale per la Cooperazione allo Sviluppo del ministero degli Affari esteri, Pietro Sebastiani, è chiaro: ''le imprenditrici hanno davanti barriere, dalla mancanza di accesso al credito a una mancanza di formazione e di legami''. Servono campagne di formazione e di sensibilizzazione. ''Promuovere le potenzialità femminile nel Mediterraneo richiede l'impegno di tutti gli attori e grazie al progetto Unido qualcosa si sta facendo''. La strada suggerita è quella della creazione di una rete fra donne quale strumento di cambiamento e di emancipazione imprenditoriale e non soltanto.

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