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Giordania: attivisti, violazioni commesse in campo profughi

Rastrellamenti e arresti domenica a nord di Amman

26 aprile, 11:04

AMMAN - Testimoni oculari e attivisti per i diritti umani giordani hanno denunciato violazioni commesse da parte della polizia e dell'esercito del regno hascemita in un campo profughi palestinese a nord di Amman.
Secondo testimonianze e dichiarazioni raccolte dall'ANSA, domenica scorsa le forze speciali dell'esercito sono penetrate nel campo di Baqaa, 20 km a nord dalla capitale, compiendo perquisizioni, rastrellamenti e facendo "un uso eccessivo della forza" contro civili del campo. Stando alle testimonianze, le forze militari giordane hanno malmenato anche minori e donne e hanno arrestato ragazzi e adolescenti. Le autorità di Amman hanno affermato che le forze speciali sono entrate a Baqaa alla ricerca di persone ricercate per una rissa. Parlando con l'ANSA, il portavoce della polizia, Amer Sartawi, ha dal canto suo affermato che "si può aprire un'inchiesta sull'azione della polizia solo dopo che gli abitanti del campo presentano una denuncia. E se fermeremo chiunque sarà riconosciuto colpevole delle sue azioni". Testimoni oculari affermano che i militari hanno usato gas lacrimogeni e proiettili veri. Le informazioni non sono verificabili in maniera indipendente sul terreno. In Giordania vivono da decenni circa due milioni di palestinesi, su un totale di circa otto milioni di persone. La maggior parte ha ottenuto la cittadinanza giordana, ma i profughi sono di fatto considerati cittadini di categoria inferiore rispetto ai giordani originari dei territori a est del Giordano (Transgiordania). Abdel Karim Shreida, segretario generale dell'Organizzazione araba per i diritti umani, interpellato dall'ANSA, ha affermato che "la Giordania è tornata all'epoca della legge marziale. Le forze di sicurezza non rispettano più i diritti umani". Dallo scoppio delle rivolte arabe nel 2011, "le forze di sicurezza usano metodi brutali per controllare le masse", ha aggiunto.

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