Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Giordania: Unicef, le tante sfide dei bambini siriani

Temi cruciali spose bambine, istruzione, acqua, servizi igienici

06 settembre, 16:52

(ANSAmed) - ROMA, 06 SET - Istruzione, spose bambine, accesso all'acqua, sanità e servizi igienici. Le sfide dei bambini presenti in Giordania, un Paese dove dopo la crisi dei rifugiati una persona su 8 è siriana, sono state oggetto di un incontro a Roma con Robert Jenkins, rappresentante Unicef in Giordania, che ha illustrato la situazione dei bambini rifugiati siriani nel Paese del Medio Oriente e le attività che l'organizzazione porta avanti in favore dei minori.

Tra le criticità presenti nel Paese, quello delle spose bambine è un fenomeno "culturalmente presente, e la guerra in Siria lo ha reso ancora più grave", ha sottolineato il direttore generale di Unicef Italia Paolo Rozera intervenendo all'incontro. Jenkins ha riportato che "attualmente il 35% dei matrimoni che coinvolgono almeno una persona siriana, riguarda una ragazza minore di 18 anni. Due anni fa il dato era oltre il 18% e meno del 10% prima della crisi siriana". Jenkins ha spiegato che il fenomeno "è dovuto alle condizioni di vulnerabilità delle famiglie". Per far fronte a esigenze basilari, "si pensa che la situazione meno penalizzante possa essere quella di cercare un'alleanza con un'altra famiglia che ha risorse necessarie per permettere a una figlia di avere una opportunità". L'Unicef "lavora intensamente" per "dare supporto a queste famiglie, aumentando l'accesso all'istruzione" e in alcuni casi "vengono destinati 27 euro al mese per assicurare che bambini vadano a scuola".

In Giordania oggi una persona su 8 è siriana. Il Paese, con una popolazione di 9,5 milioni di persone, ospita attualmente 2,8 milioni di rifugiati. Sono 660.582 quelli siriani registrati, di cui 337.557 bambini sotto i 18 anni e 102.390 sotto i 5 anni. Il 78,7% dei rifugiati siriani vive in comunità ospitanti, 141.059 vivono in campi profughi. "Molti bambini sono nati nei campi e continuano a viverci", ha spiegato Jenkins.

Oltre al dramma delle spose bambine, è in aumento lo sfruttamento del lavoro minorile, con 75.982 bambini siriani e giordani coinvolti. "Abbiamo una presenza consolidata in Giordania che è caratterizzata da rapporti produttivi con il governo. A partire dalla crisi siriana abbiamo aumentato le risorse e le entità dei programmi". Oggi l'organizzazione punta "sul potenziamento dei servizi e delle strutture del governo giordano per incontrare le esigenze della popolazione".

Sul tema dell'istruzione, l'Unicef comunica che in Giordania sono presenti 212.000 bambini siriani in età scolare registrati, ma il 41% di questi non frequenta la scuola. "Il ministero dell'istruzione giordano ha stabilito che tutti i bambini di qualunque nazionalità abbiano accesso alla scuola pubblica. Si tratta di un'iniziativa ambiziosa". Proprio nella giornata odierna "è stata avviata una campagna per la ripresa scolastica che comporta una serie di iniziative porta a porta per riuscire ad assicurare che tutti i bambini possano avere accesso alla scuola". Su questo tema "il governo italiano ha dato un sostegno importante", ha sottolineato Jenkins: grazie all'iniziativa "No Lost Generation", l'Italia ha contribuito ai programmi di protezione e istruzione nel Paese con una donazione di 3,1 milioni di euro dal 2013, e un nuovo contributo di 1,5 milioni è stato recentemente impegnato per supportare la protezione sociale integrata. Altro tema importante quello dell'accesso all'acqua e ai servizi igienici. "Guardando alla classifica mondiale la Giordania è al 2° posto per mancanza d'acqua. Si sta lavorando per assicurare che vi sia una maggiore attenzione su questo aspetto per via dell'aumento popolazione".

Nel 2016 l'Unicef in Giordania ha assistito 230.000 bambini vulnerabili, e necessita di 270 milioni di euro nel 2017 per attuare i programmi a sostegno dei minori nel Paese.

L'organizzazione continua il proprio lavoro di informazione, advocacy e collaborazione con il governo per sostenere i bambini e le famiglie. "Dobbiamo assicurare che nonostante il perdurare della crisi, l'attenzione del mondo non sia distolta da altro.

La Giordania ha bisogno continuo sostegno, soprattutto i bambini", ha concluso Jenkins. (ANSAmed).

© Copyright ANSA - Tutti i diritti riservati