BEIRUT - Il debito pubblico della Giordania ha raggiunto nel 2017 il valore di 38,44 miliardi di dollari, pari al 95,3% Pil, con un aumento di oltre 24 punti percentuali rispetto al 2011. Dati resi noti oggi dal ministero delle Finanze che preoccupano diversi economisti, secondo i quali lo Stato potrebbe "fare bancarotta" se misure drastiche non saranno adottate.
Nel frattempo, i debiti della società elettrica nazionale e dell'autorità per le acque, garantiti dal governo, hanno raggiunto i 10 miliardi di dollari.
I recenti tagli dei sussidi statali e l'aumento delle tasse, introdotti con la legge di bilancio del 2018, rientrano nei piani del governo per ridurre al 77% entro il 2021 il debito rispetto al Pil. Ma diversi esperti dubitano che ciò possa effettivamente avvenire in un Paese afflitto da una diffusa corruzione e alle prese con una economia in crisi che dipende pesantemente dagli aiuti stranieri.
Gli stessi economisti fanno notare che la creazione di nuovi posti di lavoro nel settore pubblico per incrementare la popolarità del re Abdallah tra i diversi clan tribali ha aggravato la situazione, con le spese di capitale cresciute fino all'80% del budget annuale.