(di Massimo Lomonaco)
(ANSAmed) - TEL AVIV, 3 SET - Una Confederazione a tre,
Israele, Giordania e Palestina, per risolvere il conflitto e
arrivare alla pace. L'idea è stata evocata da Abu Mazen a fronte
di una richiesta avanzata dagli inviati di Donald Trump - Jared
Kushner e Jason Greenblatt - di una Confederazione con il regno
di Abdallah II. "Mi è stato chiesto - ha raccontato il
presidente palestinese secondo quanto riferito dall'ong 'Peace
Now' e da esponenti della sinistra israeliana che lo hanno
incontrato ieri a Ramallah, ma non dal resoconto dell'agenzia
Wafa - se credessi in una Confederazione con la Giordania. E la
mia risposta è stata sì: voglio una Confederazione con Giordania
e Israele. Gli israeliani accetteranno?". Una posizione che, se
confermata, porrebbe sul tavolo - hanno notato pur con prudenza
alcuni analisti - un allontanamento dalla Soluzione a due stati
fin qui graniticamente perseguita da Abu Mazen e ribadita con
forza dalla dirigenza palestinese a fronte delle ultime mosse
Usa. Il presidente palestinese tuttavia - hanno sottolineato i
media - non ha fornito dettagli nella conversazione con gli
israeliani quali sarebbero le implicazioni di questo piano e
quale livello di possibile autonomia avrebbe lo stato
palestinese nella Confederazione con la Giordania. In ogni caso
- ha fatto chiaramente intendere Abu Mazen - la strada non
sarebbe percorribile senza il coinvolgimento di Israele, la cui
disponibilità ad un piano siffatto, nonostante non ci siano
stati per ora commenti ufficiali, appare molto dubbia.
Lo storico israeliano Benny Morris, che in passato si è
espresso a favore di una Confederazione giordano-palestinese
vista la forte presenza nel regno hashemita di palestinesi, si è
mostrato piuttosto scettico sulla vicenda. "Non penso - ha detto
all'ANSA - che Israele accetterebbe mai di farne parte. La
popolazione ebraica non sarebbe d'accordo di trovarsi in uno
stato di minoranza". Inoltre, ha aggiunto Morris, le forti
rivalità che oggi oppongono Abu Mazen e i dirigenti di Hamas a
Gaza ostacolano la stessa riconciliazione palestinese.
Nell'incontro a Ramallah - secondo il racconto dei presenti -
Abu Mazen ha comunque difeso la Soluzione a due Stati
sottolineando che gli Usa e Trump "sono ostili" ai palestinesi
come dimostra il "sabotaggio" dell'Unrwa con il totale taglio
dei fondi americani. Il presidente palestinese tuttavia ha anche
aggiunto che Trump con lui si è detto "favorevole" alla
soluzione a due Stati e anche ad una Palestina demilitarizzata
con la Nato come garante dell'accordo. Poi ha ribadito che il
premier Benyamin Netanyahu si è rifiutato di "sedersi per
parlare di pace" e che ha fatto cadere numerose riunioni
iniziate da Russia, Giappone, Olanda e Belgio. Sul problema dei
profughi, il presidente palestinese - secondo 'Peace Now' - ha
detto che va trovata una soluzione concordata con Israele in
modo tale "da non minacciare l'esistenza di Israele stessa".
(ANSAmed).