(di Massimo Lomonaco)
(ANSAmed) - TEL AVIV, 08 APR - Re Abdallah di Giordania ha
scritto la parola fine sulla turbolenta vicenda del fratellastro
Hamzah che ha scosso il regno e la famiglia reale. In un
messaggio ai giordani fatto leggere in tv, il monarca - figlio
di re Hussein, come il principe Hamzah - ha rassicurato i propri
cittadini che la crisi è passata e che il regno non è mai stato
in pericolo. Ma, al tempo stesso, ha ammesso con sincerità
quanto il contrasto con Hamzah abbia pesato sulla propria
famiglia. "La sfida dei giorni passati - ha detto - non è stata
la più difficile né la più pericolosa per la stabilità della
nostra patria ma per me la più dolorosa, perché le parti in
discordia erano dentro e fuori la nostra stessa casa". In un
Paese chiave per gli equilibri della regione e anche mondiali,
l'accusa rivolta ad un membro della casa reale di aver attentato
insieme ad altri "alla sicurezza e alla stabilità" non è cosa da
poco. Un principe che proclama via Twitter di essere agli
arresti domiciliari, che respinge ogni accusa e che
pubblicamente annuncia di voler disobbedire agli ordini militari
di non usare i social ha avuto tale eco da portare la Giordania
sulle prime pagine di tutto il mondo. Una vicenda politica
subito scolorata, inoltre, in saga familiare reale. Con una
regina, Noor (quarta moglie di Hussein), che scende in campo a
difesa del figlio marchiando l'accusa rivoltagli di "calunnia
malvagia". Gli arresti nel cuore della notte di decine di
persone e due alti dignitari di corte, Basem AwadAllah e Sharif
Hassan bin Zaid, sembravano aver riportato il Paese ad altri
tempi. Il mix avrebbe potuto avere effetti devastanti su un
tessuto sociale già minato da una difficile situazione economica
aggravata dalla pandemia e che il principe Hamzah ha denunciato
in preda alla corruzione e all'inefficienza. Abdallah ha scelto
invece di reagire con equilibrio puntando al compromesso ed ha
avocato la risoluzione del conflitto alla stessa famiglia di cui
fa parte il principe ribelle. La mediazione è stata affidata
allo zio Hassan bin Talal ottenendo l'adesione di Hamzah e il
suo giuramento di lealtà. "Ho deciso - ha ribadito nel suo
messaggio di oggi - di affrontare la questione del principe
Hamzah nel contesto della famiglia hashemita ed ho affidato la
strada a mio zio Talal. Hamzah si è impegnato davanti alla
famiglia a seguire la strada dei suoi antenati. Ora Hamzah è con
la sua famiglia, nel suo palazzo, sotto la mia ala". Questo, ha
proseguito, non impedisce che "per quanto riguarda altri
aspetti" Hamzah non resti "sotto inchiesta, a norma di legge".
Ma la parte più spinosa del contrasto sembra essersi conclusa.
"Il nostro Paese - ha rilanciato Abdallah sembrando cogliere in
qualche modo anche le denunce del fratellastro - deve affrontare
sfide economiche esacerbate dalla pandemia e siamo ben consci
del peso e delle difficoltà affrontate dai nostri cittadini. Ma
ci misureremo con esse e con le altre sfide, come sempre,
uniti". (ANSAmed).