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Grecia: chiusa campagna elettorale, ultimi appelli big

Samaras, no intese con Pasok. Venizelos, scelta o euro o miseria

05 maggio, 01:22

(dell'inviato Patrizio Nissirio).

(ANSA) - ATENE, 4 MAG - E' finita la campagna elettorale piu' breve e piu' incerta della storia recente della Grecia: in campo per l'ultima giornata di propaganda ci sono stati i leader di tutti i partiti, in particolare Antonis Samaras, capo di Nea Dimokratia (ND), il partito di centrodestra favorito nei sondaggi e Evangelos Venizelos, il presidente del socialista Pasok. La loro missione (quasi) impossibile: scuotere gli elettori dalla sfiducia nella politica e dall'apatia maturata in questi anni di drammatica crisi economica.

Mentre Venizelos ha parlato stasera al comizio finale del Pasok in piazza Syntagma, ad Atene, Samaras ha gia' lanciato ieri sera il suo appello finale per una vittoria schiacciante di ND, che pero', secondo i sondaggi, sarebbe costretta dai numeri a governi di coalizione. Ma proprio Samaras ha escluso un bis della maggioranza che sostiene il governo del 'tecnico' Lucas Papademos, che vede attualmente il suo partito insieme ai socialisti: ''Una coalizione non sarebbe nell'interesse dei greci - ha ammonito - Sarebbe solo nell'interesse del Pasok, della corruzione e delle lobby. Noi vogliamo capovolgere le politiche del Pasok, non trovare sempre un punto d'equilibrio''.

Un 'no' di Nea Dimokratia a governi di coalizione, suggeriscono diversi analisti ed anche fonti interne al partito, renderebbe necessarie nuove elezioni nel giro di pochi mesi.

Stando ai sondaggi (ND viene data al 23% circa e il Pasok tra il 16 e il 18), i greci sembrano intenzionati a premiare i partiti anti-austerita' (le due forze maggiori hanno infatti sostenuto le politiche draconiane del governo Papademos, servite ad ottenere il prestito dalla comunita' internazionale). Sia a sinistra, sia a destra.

Tra questi, l'estrema destra di Alba Dorata, formazione che cela appena le proprie simpatie filonaziste, ma che rischia di entrare al Parlamento. E contro la quale si e' scagliato Samaras: ''Gli estremisti di destra promettono il paradiso, ma usando materiali presi all'inferno. Elettori, isoliamo i nazisti: mostri politici come questi non dovrebbero esistere in Grecia e nel suo Parlamento''. Il leader conservatore ha quindi detto che e' suo impegno varare leggi che permettano l'espulsione degli immigrati illegali dalla Grecia, un tema caro all'estrema destra e che sembra trovare consensi tra i greci scossi ed impauriti dalla crisi.

Venizelos e' arrivato attorno alle 8 a piazza Syntagma, piena di bandiere verdi del Pasok, dove c'erano diverse migliaia di militanti socialisti - la maggior parte over50 - e ha cercato di energizzare la base, sperando soprattutto in un'alta affluenza alle urne (una delle incognite, per tutti i partiti, e' proprio l'astensionismo) per sovvertire i pronostici. ''Domenica sceglieremo se restare nell'euro o se lanciarci in un'avventura che significherebbe la miseria per i greci'', ha tuonato l'ex ministro, spiegando che solo il Pasok ''garantira' vita, salute e prosperita' per tutti i cittadini greci''.

Il leader socialista ha quindi promesso che un governo del Pasok dira' basta ''a tagli a pensioni e salari'' e ''reintrodurra' la tredicesima e la quattordicesima'', tagliate dal programma di austerita'. ''Il piano e' chiaro: vogliamo garantire pensioni, salari e depositi bancari, sostenere i giovani disoccupati e le donne'' e garantire il credito ''ad agricoltori ed industrie, che creeranno posti di lavoro''.

Domenica sera si sapra' se la lunga egemonia di Pasok e Nea Dimokratia e' davvero al tramonto. E quali incerte prospettive si aprono per questa tormentata nazione. (ANSAmed).

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