(di Furio Morroni) (ANSAmed) - ATENE, 20 AGO - Settimana
cruciale quella cominciata oggi per il destino della Grecia in
Europa mentre non si attenua il pressing della Germania su
Atene. Gia' da domani probabilmente i responsabili del ministero
delle Finanze annunceranno i settori nei quali saranno operati i
tagli alla spesa pubblica per 11,5 miliardi di euro - o 14,
secondo altre fonti - richiesti dalla troika (Ue, Fmi e Bce) al
fine di ottenere ulteriori aiuti dai creditori internazionali.
Mercoledi' il presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude
Juncker, arrivera' ad Atene per colloqui con il premier greco
Antonis Samaras il quale venerdi' sarà a Berlino per incontrare
la cancelliera tedesca Angela Merkel. Obiettivo di Samaras è di
ottenere una proroga di due anni nella tabella di marcia per
abbattere il deficit greco al di sotto del 3% del Pil.
Ma il governo tedesco ha già fatto sapere che quello di
venerdi' a Berlino sara' solo un incontro interlocutorio e non
verra' presa alcuna decisione fondamentale sul futuro della
Grecia. Non bisogna aspettarsi che nell'incontro con la
cancelliera "venga preparato il terreno e si prendano decisioni
essenziali", ha detto il portavoce del governo tedesco Steffen
Seibert. "Il ministro Westerwelle ha già detto che non ci
saranno nella sostanza ammorbidimenti degli accordi presi con
Atene", ha aggiunto il portavoce ribadendo la posizione di Guido
Westerwelle espressa nel weekend. Westerwelle, dopo un incontro
oggi con il collega greco Dimitrios Avramopoulos, ha affermato
che il governo tedesco "vuole che la Grecia resti a far parte
dell'eurozona e lavora per questo". Preoccupato il parere
espresso al giornale tedesco Frankfurter Rundschau da Joerg
Asmussen, membro tedesco del consiglio della Banca centrale
europea e considerato un 'falco' all'interno dell'istituto di
Francoforte, secondo cui l'uscita della Grecia dall'eurozona
sarebbe "gestibile", ma "molto costosa".
Ad Atene, intanto, e' quasi pronto il pacchetto delle misure
richieste dalla troika per tagliare la spesa pubblica nel
biennio 2013-2014. Nel pacchetto, secondo fonti del ministero
delle Finanze, sono previsti significativi tagli agli stipendi
del settore pubblico, alle pensioni e una riduzione di 34.000
unita' dei dipendenti statali. Prima di essere presentate in
Parlamento per il voto, le misure proposte dovranno essere
approvate dai leader che appoggiano il governo di coalizione del
premier Samaras, il socialista Evangelos Venizelos (Pasok) e
Fotis Kouvelis (Sinistra Democratica).
La maggior parte dei tagli, circa quattro miliardi di euro,
verrà effettuata su pensioni e prestazioni previdenziali. Fra
quest'ultime, in particolare, alcune verranno ridotte e altre
eliminate del tutto mentre e' previsto che il governo introduca
criteri piu' severi per la determinazione del reddito per coloro
che avranno diritto alle prestazioni in futuro.
Per quanto riguarda le pensioni, sembra che il governo debba
ancora decidere il criterio da applicare per effettuare i tagli
che dovrebbero andare da un minimo del 2% a un massimo del 15%.
In tutti i casi, le pensioni di 700 euro mensili non dovrebbero
subire riduzioni mentre quelle complementari potrebbero essere
ridotte persino del 35%. Quello in programma sara' il quarto
taglio alle pensioni compiuto dal governo di Atene dal 2010,
anno in cui la Grecia firmo' il primo memorandum con la troika.
Da allora le pensioni sono gia' state ridotte del 40%.
Pesanti tagli sono anche previsti alle retribuzioni dei
dipendenti delle imprese pubbliche - note come Deko - che
potrebbero essere tra il 30 e il 35%. Il reddito medio annuo di
un dipendente Deko e' attualmente di 31.000 euro ma verra'
ridotto a circa 21.000, cosa che fara' risparmiare alle casse
statali 250 milioni. Nel mirino dei tagli ci sarebbero ancora
una volta pure gli stipendi dei dipendenti statali: a cadere
definitivamente sotto i colpi della mannaia, questa volta,
saranno i salari extra sinora ricevuti per Pasqua, in estate e a
Natale e che negli ultimi due anni erano stati soltanto un po'
sforbiciati. (ANSAmed).