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Grecia: Mitsotakis, Troika riconosca il cammino compiuto

Ritardi in sue valutazioni non aiutano l'Europa nè i creditori

03 dicembre, 21:58

Il ministro greco Kyriakos Mitsotakis Il ministro greco Kyriakos Mitsotakis

(di Cristiana Missori)

(ANSAmed) - ROMA - La controproposta avanzata dal governo Samaras alla troika (Fmi, Ue e Bce) è "più che adeguata e onesta e non credo ci potranno essere modifiche di tipo sostanziale a questo documento". A parlare è uno dei ministri di punta del governo di larghe intese ellenico, Kyriakos Mitsotakis. A Roma dove oggi partecipa alla riunione dei ministri responsabili per la pubblica amministrazione dei 28 Paesi dell'Unione Europea, Mitsotakis chiede rispetto per gli sforzi compiuti dal suo Paese.

"Credo - sottolinea in un'intervista ad ANSAmed - sia giunto il momento di riconoscere che la Grecia ha compiuto una gran parte delle riforme che doveva fare, il che indica la volontà del governo a continuare su questo cammino". Ingiusto dunque, sostiene, "mettere in dubbio il nostro impegno".

Difficile dire come andrà a finire nel muro contro muro tra la troika e il governo di Atene. I colloqui tra le due parti sembrano essere arrivati davvero a un punto di rottura dopo che questa mattina, via e-mail, è giunta la replica della troika alle proposte che l'esecutivo Samaras aveva a sua volta inviato ai rappresentanti dei creditori internazionali, in risposta alle condizioni da loro poste per riprendere i controlli sull'andamento del programma di risanamento dell'economia. Quel che sembra certo è che, oltre una certa asticella, Atene sembra davvero non volere andare. "Non accetteremo - replica il ministro - misure addizionali".

Grazie ai tagli e alle misure draconiane adottate dall'inizio della crisi, "abbiamo reso la pubblica amministrazione sostenibile sul piano economico - prosegue - ora dobbiamo renderla efficiente". A qualsiasi costo? "E' possibile discutere su come raggiungere l'obiettivo, ma in nessun caso è in dubbio la riforma dell'amministrazione statale. Si tratta di principi non negoziabili", risponde.

Eppure le piazze elleniche continuano a riempirsi di manifestanti. "Nell'ultimo sciopero generale della pubblica amministrazione l'adesione è stata solo del 12%", minimizza. La prossima settimana, "incontrerò i sindacati per discutere il sistema di valutazione degli impiegati pubblici. Sono aperto al dialogo, ma nessun ripensamento".

Quel che serve alla Grecia in questo momento e per i prossimi mesi è la stabilità politica "per rassicurare i mercati e gli investitori". No quindi a elezioni anticipate come vorrebbe la sinistra radicale guidata da Alexis Tsipras. Tutti i sondaggi, prosegue, "ci dicono che la gente non vuole nuove elezioni. Sarebbe come tornare indietro, vanificando gli sforzi e i sacrifici compiuti negli ultimi cinque anni". Troveremo i numeri necessari in Parlamento per eleggere il prossimo presidente della Repubblica (180 deputati su 300, ndr). "Tutto - avverte - dipenderà dai deputati indipendenti e dal loro senso di responsabilità". Con i numeri che ha a disposizione il leader di Syriza, Alexis Tsipras, "non potrà fermarci", sottolinea.

Riprendendo infine le parole del capo del governo, che ieri ha parlato dalla tribuna della Camera di Commercio greco-americana stigmatizzando la troika e il leader della sinistra radicale e accusandoli di volere mettere a rischio la stabilità del Paese, il responsabile del dicastero delle riforme ellenico chiarisce: "Se all'interno nessuno ha il diritto di destabilizzare politicamente il Paese, dall'esterno qualsiasi ritardo nel completamento delle valutazioni (della Troika e quindi del suo ritorno ad Atene, ndr) non aiuta l'Europa, i creditori internazionali e la Grecia". (ANSAmed).

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