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Grecia: elezione presidente, con lo spettro del voto anticipato

Scontro tra maggioranza e opposizione, Syriza in calo

15 dicembre, 13:27

Il leader di Syriza all'Alexis Tsipras allo sciopero generale del 27 novembre scorso ad Atene Il leader di Syriza all'Alexis Tsipras allo sciopero generale del 27 novembre scorso ad Atene

(di Demetrio Manolitsakis) (ANSAmed) - ATENE, 15 DIC - La Grecia è forse l'unica nazione al mondo in cui l'elezione del Presidente della Repubblica - un atto di norma formale, che fra l'altro elegge una figura che non ha alcun potere reale - può trasformarsi in un terremoto che provochi lo scioglimento del Parlamento e andare alle elezioni anticipate. Con la conseguente polarizzazione del clima politico che mette a rischio la stabilità del Paese. E' successo nel 2009 con il Pasok (socialista) e il suo leader Giorgos Papandreou quando a capo del governo c'era Costas Karamanlis (di Nea Dimokratia, centro-destra) e potrebbe succedere tra qualche giorno per mano di Syriza (sinistra radicale e maggiore partito d'opposizione) e il suo leader Alexis Tsipras. Secondo la costituzione, infatti, se non si riesce ad eleggere il capo dello stato, il Parlamento di scioglie automaticamente.

Nel 2009 le cose andarono bene per il Pasok che vinse le elezioni con il 43,92% dei voti. Non è però ancora certo se succederà la stessa cosa con Syriza, nonostante il fatto che tutti i sondaggi d'opinione condotti in questi ultimi mesi confermino il vantaggio di questo partito nei confronti Nea Dimokratia guidata dal premier Antonis Samaras. Il rifiuto di Syriza e degli altri partiti d'opposizione di votare a favore del candidato del governo Stavros Dimas, evitando così il ricorso anticipato alle urne con il rischio di aumentare l'incertezza che già caratterizza il clima politico del Paese, potrebbe infatti dimostrarsi per loro un boomerang, considerando il fatto che in tutti gli ultimi sondaggi la maggioranza dei greci si è detta contraria alle elezioni anticipate e a favore dell'elezione del nuovo capo dello Stato da parte dell'attuale Parlamento.

La decisione del governo di "chiudere" la questione dell'elezione del presidente prima della fine del 2014 sembra stia dando i primi segnali di questo cambiamento di tendenza. Infatti, stando ai risultati di un sondaggio d'opinione condotto dalla società Kapa Research per conto dell'edizione domenicale del quotidiano To Vima, Syriza continua ad occupare il primo posto nelle preferenze dei greci ma il divario con Nea Dimokratia ha cominciato a ridursi.

In base alla ricerca, infatti, Syriza ottiene il 25,5% delle preferenze contro il 22,7% di Nea Dimokratia. Ciò significa che la differenza tra i due partiti è scesa dal mese scorso dal 3,6% al 2,8%. Al terzo posto si trova il Pasok con il 6,7%. Seguono To Potami (Il Fiume, la nuova formazione di centro-sinistra) con il 6%, il partito filo-nazista Chrysi Avgì (Alba Dorata) con il 5,9% e il Partito Comunista di Grecia (Kke) con il 5,8%. Gli indecisi superano il 18%. Sempre in base al sondaggio, il 57,8% degli intervistati non vuole le elezioni anticipate e si dice favorevole all'elezione del nuovo capo dello Stato da parte dell'attuale Parlamento, mentre una percentuale molto significativa, il 72,2%, considera positiva la decisione del governo di accelerare l'elezione del presidente della Repubblica. Inoltre il 59,9% degli intervistati considera il ricorso anticipato alle urne come uno sviluppo negativo per l'economia e per la società greca e il 57,8% (contro il 46,5% di due mesi fa) ritiene oggi che il rischio dell'uscita della Grecia dall'eurozona sia tornato. Alla domanda su chi sarebbe il miglior premier al momento per il Paese, il 45,1% degli intervistati ha risposto Samaras, contro il 33,5% che ha detto di preferire Tsipras, mentre il 18,9% ha risposto "nessuno dei due". Il sondaggio è stato condotto a livello nazionale nei giorni 10 e 11 dicembre su un campione di 1.014 persone. (ANSAmed).

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