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Grecia: elezioni; è guerra tra partiti per il terzo posto

Mentre si assottiglia il distacco tra Syriza e Nea Dimokratia

12 gennaio, 11:17

(di Demetrio Manolitsakis) (ANSAmed) - ATENE, 12 GEN - A solo due settimane dalle cruciali elezioni politiche in Grecia - il cui esito rischia di avere imprevedibili conseguenze per l'economia del Paese e dell'Europa - la campagna elettorale si surriscalda sempre più nel segno di un'incertezza che molti analisti locali ed esteri temono possa mettere a repentaglio la permanenza di Atene nell'Eurozona. Ma ciò sembra non preoccupare più di tanto i due maggiori partiti greci: Nea Dimokratia (al governo) guidato dal premier Antonis Samaras e Syriza, la formazione di sinistra radicale e maggiore forza d'opposizione guidata da Alexis Tsipras. Stando infatti ai risultati degli ultimi sondaggi d'opinione, il vantaggio di Syriza sui conservatori di Nea Dimokratia si assottiglia ma nello stesso tempo tende a consolidarsi intorno al 3% delle preferenze, cosa che - secondo diversi osservatori - renderebbe improbabile un ribaltamento della situazione a favore di Nea Dimokratia nella manciata di giorni che mancano al voto.

Le percentuali di preferenze che almeno sinora i sondaggi registrano per Syriza - quasi tutte sotto il 30% - non danno al partito di Tsipras la certezza di riuscire a formare un governo senza il sostegno di un alleato minore, cosa abbastanza difficile considerate le posizioni assunte dalle varie forze politiche in questa breve campagna elettorale. E questo è proprio uno dei motivi per cui Tsipras ha chiesto agli elettori di dare al suo partito la maggioranza necessaria per formare un governo monocolore in grado di attuare il suo programma. L'impresa, però, non sembra facile. Del resto non ci credono nemmeno tutti i membri di Syriza. Infatti un deputato ritenuto dai suoi tra i più "affidabili" del partito, giorni fa ha spiegato ad un gruppo di amici di considerarsi già "un potenziale primo ministro". "Syriza - ha detto il parlamentare - vincerà senza dubbio le elezioni ma non avrà la maggioranza per formare il governo. Dovrà quindi collaborare con altri partiti che potrebbero accettare di collaborare con Syriza ma a condizione che il premier sia un deputato di Syriza e non Tsipras. In questo caso io sarei uno dei papabili".

Inoltre, sempre secondo i sondaggi, ci sarà battaglia tra i partiti minori per la conquista del terzo posto che potrebbe dimostrarsi determinante per la formazione del governo. Il fatto che quattro partiti - il partito Comunista di Grecia (Kke), il Pasok (socialista), To Potami (centro-sinistra) e il partito filo-nazista Chrysi Avghì (Alba Dorata) - si trovino insieme in una fascia che va dal cinque al sei per cento nelle preferenze la dice lunga. Non a caso Evanghelos Venizelos, il leader del Pasok alleato di Nea Dimokratia nell'attuale governo di coalizione, ha impostato la campagna elettorale proprio sull'importanza della conquista del terzo posto come del resto hanno fatto tutti gli altri partiti minori. Ed è proprio questo terzo posto alle elezioni del 25 gennaio che potrebbe determinare una situazione senza precedenti per la Grecia. In base alla Costituzione ellenica, infatti, nel caso in cui nessuno dei due partiti maggiori riesce a formare un governo dopo le elezioni, il capo dello Stato deve conferire l'incarico al leader del partito aggiudicatosi il terzo posto. Il base agli ultimi sondaggi, tale leader è Nikos Michaloliakos, capo del filo-nazista Chrysi Avghì, il quale è da mesi detenuto insieme con tutti i deputati del suo partito con l'accusa di aver fondato e diretto un'organizzazione criminale.

Se tale ipotesi divenisse realtà, tra qualche settimana potremmo vedere alla tv le immagini di un'auto della polizia che va a prelevare dal carcere il leader filo-nazista incaricato di formare il governo e lo accompagna in manette al palazzo presidenziale per ricevere il mandato dal capo dello Stato.

Michaloliakos non riuscirebbe certo a formare un governo, ma la Grecia sarebbe comunque esposta al ludibrio mondiale. (ANSAmed).

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